La questione, vista dall'alto del Fondo Monetario Internazionale, è piuttosto chiara e può essere brutalmente sintetizzata in una riga. Sappiamo che in condizioni di normalità (ma - in verità - viste le speculazioni finanziarie in corso, non è questo il periodo) il debito italiano è sostenibile, così come siamo coscienti che la maggior parte delle proprietà che concorrono a formare la ricchezza del nostro Paese sono in mano alle famiglie, e dunque agli italiani. In più abbiamo un sistema creditizio abbastanza auto-tutelato da evitare crolli improvvisi stile Lehman Brothers. Il punto non è questo. Il punto è la lentezza con la quale la politica, bloccata dagli ostruzionismi dell'opposizione e dall'incapacità di restare coesi all'interno della maggioranza, riesce a concretizzare le riforme che - in un pianeta ormai globalizzato - tutti si aspettano.
L'articolo
Ottimo articolo che finalmente sintetizza il dramma del nostro paese. E aggiungerei che quando un imprenditore come me, che lavora su diversi continenti, con diverse aziende da Londra a Citta' del capo e da Santiago a Singapore, lavorare con l'Italia e' spaventoso, penoso, uno stress continuo...
Non parliamo delle banche, ma anche tante aziende che ancora si comportano come se fossimo a l'eta' del telex...per non dire segnali di fumo. E sempre con quella furbizia della distraiti e ti fotto.
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