09 novembre 2011
Marasma
Il marasma è definito – al di là del suo significato medico – come uno stato di grave crisi e disordine nelle istituzioni politiche, sociali e nelle organizzazioni, caos, sfacelo, disordine, baraonda. Ci sembra che la definizione si adatti perfettamente alla attuale situazione politica italiana, indipendentemente dal fatto che il governo riesca ancora a mettere insieme una risicata maggioranza che gli consenta di sopravvivere fino alla prossima messa in discussione.
Berlusconi non è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta alla Camera, ed ha accusato di tradimento i numerosi pendolari del PDL che si sono astenuti o sono decisamente passati con l’opposizione: ha certamente ragione, ma i candidati alle elezioni li ha scelti lui stesso, dato che ai cittadini è vietato esprimere le proprie preferenze, ed è quindi lui stesso responsabile del tradimento, ma questa volta nei confronti dei cittadini che hanno creduto alle sue promesse e non ne hanno visto realizzata neanche una.
D’altro lato le opposizioni si sono scatenate ed hanno rinnovato la perenne richiesta di farsi da parte, senza peraltro aver fornito alcuna alternativa: nuove elezioni, un nuovo governo, o cos’altro? E chi guiderebbe il nuovo eventuale governo, pomposamente denominato di unione nazionale? Bersani minaccia di prendere iniziative se il premier non si dimette: la promessa è un’inedita novità: sarebbe veramente una prima strepitosa vedere il segretario PD che prende iniziative (da solo o sotto commissariamento?).
Il fatto desolante è che, in una situazione gravissima come l’attuale, gli unici problemi che tengono occupata la classe politica siano questioni di poltrone: la destra per tenersele ben strette, la sinistra per cacciarne gli attuali occupanti ed insediarvisi. Degli altri problemi, il deficit, lo stratosferico debito pubblico, il rifiuto generalizzato nei confronti di qualunque riforma che metta in discussione secolari ed ingiustificati privilegi e monopoli, l’impossibilità di avviare una ripresa in un paese strozzato da una esosa morsa fiscale e da una burocrazia esuberante ed inefficiente, e simili quisquilie nessuno si preoccupa.
Alla guida di un eventuale nuovo governo si sono fatti nomi prestigiosi o ritenuti tali: ma si pensa davvero che un professore universitario, un tecnico, sia in grado di convincere i sindacati ad accettare la modifica o meglio la cancellazione del famigerato articolo 18? O ad applaudire all’innalzamento dell’età pensionabile? Oppure a convincere gli ordini professionali ad essere aboliti? Se qualcuno ci crede dovrebbe smettere di assumere droghe euforizzanti e rimettere i piedi per terra.
Purtroppo l’esperienza ci mostra che, nel nostro paese, i veri problemi non vengono mai affrontati e normalmente ad un cattivo governo ne succede uno ancora peggiore. Ma le crisi ed i mercati non usano stare al gioco, e ragionano in modo molto diverso.
Il Bertoldo
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1 commento:
Bell'analisi dell'attuale situazione politica italiana.
E' vero che il governo Berlusconi ha molte colpe, ma è anche vero che non c'è nessuno che l'opposizione possa presentare in sua alternativa.
Personalmente ritengo valida, come unica soluzione, la scelta del voto anticipato ed effettuato nel più breve tempo possibile.
Soltanto in campagna elettorale vedremo quali saranno le alleanze, i personaggi ed i programmi di governo.
E’ inutile correre dietro le ipotesi di governi tecnici, di transizione, di solidarietà o di larghe intese. Sarebbe soltanto tempo perso. Vorrei vedere gli antagonisti del centrodestra barcamenarsi tra mille partiti ed altrettanti leaders che andrebbero da Vendola a Fini passando per Casini, Di Pietro, Pannella e Bersani cercando anche l’appoggio di confindustria e dei sindacati.
Vorrei esporre anche una mia riflessione sulla situazione economico-finanziaria.
Premetto che non voglio in nessun modo difendere il pauroso debito pubblico italiano e nemmeno la scellerata spesa pubblica che lo ha generato.
Però il problema DP (debito pubblico) c'era anche tre anni fa. E c'era anche cinque o dieci anni fa.
Mi sembra che l'Italia abbia sempre pagato regolarmente le scadenze dei suoi Bot e degli interessi relativi. Anche sostenendo tassi d'interesse maggiori di quelli attuali (qualche anno fa addirittura un 12% sui decennali !)
Come mai, improvvisamente, siamo diventati pericolosi ed inaffidabili ?
Perché gli stati (usa, gb e francia, tutti e tre gratificati almeno fino a poco tempo fa dalla tripla A delle agenzie di rating) che hanno sostenuto, con fiumi di denaro pubblico, le loro principali banche nazionali, infarcite all'inverosimile dei titoli derivati dai mutui sub-prime (contagiando tutta la finanza mondiale e scatenando una crisi come non se ne erano mai viste prima) sono rimasti i più affidabili e i più bravi della classe ?
Saluti.
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