In uno scritto precedente abbiamo esaminato i motivi per cui non ci sembra che, in questo preciso momento storico, si possa affermare che l’Italia sia un paese rispettoso delle regole democratiche sancite dalla nostra Costituzione.
A dare ulteriore forza al ragionamento occorre prendere in considerazione alcune decisioni prese od annunciate dal nuovo (tecnico ed antidemocratico) governo, che limitano grandemente la libertà dei cittadini, con la scusa del momento difficile, della crisi, della necessità di salvare il paese dal baratro.
Nella sostanza però, come si è detto, il Parlamento conta piuttosto poco: può formulare obiezioni, protestare, proporre emendamenti senza insistere troppo, ma si guarderà bene dal rifiutare il proprio consenso e far quindi cadere il governo. Se facesse ciò si troverebbe a dover affrontare una campagna elettorale senza saper come prospettare e sostenere i difficili provvedimenti che sono necessari.
Pertanto il governo tende a mostrare in definitiva il proprio carattere quasi oligarchico, badando bene a non irritare troppo la “casta”, ed instaurando per contro un vero e proprio stato di polizia, con la scusa della lotta all’evasione. Naturalmente questo sinedrio di professori non è neppur sfiorato dal sospetto che l’evasione sia favorita dall’eccessivo carico fiscale: a riprova di questa affermazione sta il fatto che essi pensano di combattere l’evasione aumentando le tasse e non riducendo le spese, come sarebbe logico.
D’altra parte non occorre essere dei fini giuristi per capire che questo governo, non assillato dal pensiero della rielezione e sicuro di non essere seriamente contestato, non sembra avere molto rispetto del decoro e del buon nome dello Stato, come è dimostrato fra l’altro dal fatto di aver ignorato gli impegni presi dai governi precedenti deliberando una nuova tassazione nei confronti di chi, fidandosi delle garanzie offerte dallo stato, ha rimpatriato i propri averi detenuti all’estero.
Se il governo continuasse su questa strada, dovrebbe andare ad incriminare di nuovo tutti coloro che nel corso degli anni hanno usufruito di amnistie, sanatorie ed indulti, penali, fiscali, edilizi e di altro genere: se questo comportamento significa ridare dignità allo Stato lo giudichino i lettori.
Se poi questo governo antidemocratico riuscisse a risanare veramente il paese – cosa peraltro apparentemente molto improbabile – si dovrebbe inevitabilmente giungere alla triste conclusione che solo mettendo da parte la democrazia l’Italia può essere governata. Come diceva il defunto Mike nazionale “Allegria, Allegria!”.
Il Bertoldo
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