22 maggio 2012

Miracoli


Il ministro Passera, a nome del governo, ha annunciato qualche giorno fa che, per far fronte alla crisi che infuria anche in Italia, è allo studio il varo di una serie di infrastrutture per un totale di cento miliardi, la cui esecuzione dovrebbe avviarsi entro breve tempo.
La notizia non può non essere accolta con un senso di grande sollievo: con le nuove opere, non ancora ben precisate, si creeranno migliaia di posti di lavoro per qualche anno, oltre a dotare finalmente il paese di opere infrastrutturali spesso attese da decenni. Dobbiamo comunque augurarci che, al momento in cui si dovrà passare dall’annuncio alla realizzazione, non inizi il solito avvilente balletto di ostacoli burocratici, opposizioni dei comuni, delle provincie e dei mille enti pubblici che prosperano in Italia. E c’è anche da sperare che già solo l’annuncio di quali siano le opere cui il governo pensa non sorgano immediatamente “spontanee” organizzazioni del tipo di quelle che abbiamo visto all’opera in Val di Susa.
Ma c’è una domanda che ci preoccupa. Con quali soldi si pensa di realizzare queste sicuramente importanti opere, se ogni giorno il governo piange miseria e minaccia nuovi prelievi fiscali, dato che le casse pubbliche sarebbero all’asciutto? E ci si è assicurato il beneplacito della Cancelliera Merkel per questo strappo al rigore da lei tanto amato, specie se applicato agli altri? E’ ben vero che il premier Monti ha proposto che nel calcolo del deficit di bilancio non si tenga conto degli investimenti ma l’accordo su questo punto non è stato ancora raggiunto.
C’è poi un’ulteriore preoccupazione. Il settore pubblico è debitore – per il momento del tutto insolvente – nei confronti dei propri fornitori di beni e servizi per un importo stimato in circa ottanta miliardi. Si pensa forse di far fare la stessa fine alle aziende che saranno incaricate di eseguire i lavori? Come si pensa che esse potranno pagare i propri dipendenti e subfornitori? Il lavoro non basta, se poi non lo si può pagare. Non è bastata l’ondata di fallimenti causati dall’insolvenza dello stato, inerte nel pagare ma attivissimo nel riscuotere?
Si spera forse in qualche miracolo? 
Il Bertoldo

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