07 maggio 2012

Senza vergogna!


La politica italiana dal dopoguerra in poi ha attraversato le tre mitiche età di cui si favoleggia nelle leggende.
Abbiamo avuto all’inizio l’età dell’oro, con l’aggancio al mondo occidentale, evitando di essere risucchiati dall’impero sovietico, come purtroppo anche molti italiani si auguravano, ed il famoso “miracolo economico”, che fece meritare alla nostra liretta l’oscar delle monete.
Abbiamo in seguito avuto l’età dell’argento, inteso nel senso francese di “argent”, ossia il denaro, che ebbe il suo momento di celebrità durante i primi anni novanta, col cosiddetto periodo di “mani pulite”: ci furono i processi, ma l’abitudine della classe politica e burocratica di considerare come proprio pascolo esclusivo il denaro pubblico è continuata fino ad ora.
Adesso siamo passati all’età del bronzo, nel senso delle facce di bronzo. Tutti i governi che si sono succeduti da sempre non hanno mai esitato a raccontare frottole ed a fare promesse non seguite in alcun modo da fatti. Ma ci voleva proprio questo nutrito gruppo di esimi tecnici per mostrare come veramente si può portare il fenomeno della faccia tosta ai sublimi livelli ora raggiunti. Ad edificazione dei lettori, citiamo alcuni esempi molto significativi.
Il “la” lo ha dato lo stesso Presidente del Consiglio fin dall’inizio del suo mandato, quando ha affermato che il rigore (e che rigore) era condizione necessaria per il rilancio dell’economia, affermando il contrario di ciò che chiunque capisce: non è col digiuno assoluto che gli atleti forniscono le loro migliori prestazioni.
Seguì un’orgia di nuove tasse, senza bisogno di consultare alcun esperto, per verificarne l’impatto sul paese; quando però è venuto il momento della riduzione delle spese, gli esimi tecnici hanno chiesto l’aiuto di altri tecnici più tecnici di loro, che democraticamente hanno chiesto ai cittadini cosa avrebbero preferito come tagli. Nessuno aveva però chiesto ai cittadini il loro parere sulle nuove tasse.
Va anche sottolineato il fatto che fra i tecnici più tecnici dei tecnici è stato inserito l’on. Amato, persona detestata sia per il tristemente noto scippo notturno ai conti correnti degli italiani, sia per la stratosferica pensione di cui gode e di cui non sono ben note le ragioni. Quanto alla sua abilità di tagliatore delle pubbliche spese, ricordiamo che durante il suo mandato il debito pubblico è aumentato di più di un centinaio di miliardi di euro.
Fra le novità in campo fiscale va ricordata l’IMU, sigla che significa Imposta Municipale Unica, nome ingannevole in quanto più della metà andrà allo stato: una nuova turlupinatura.
Ancora. Lo stato deve ai propri cittadini – cifre non smentite né contestate – circa ottanta miliardi per forniture e circa venti/trenta miliardi di imposte pagate in più e da restituire. E’ stato annunciato solennemente che si stanzieranno due miliardi e mezzo per far fronte ai debiti, cominciando con quattrocento milioni fra poco. Non si capisce se si tratta di una burla o di una presa per i fondelli.
Sempre a proposito dei debiti dello stato una parte politica ha proposto che i creditori dello stato compensassero i propri debiti fiscali fino a concorrenza dei propri crediti col settore pubblico. Il Presidente Monti ha solennemente bollato la proposta come un incitamento all’evasione. Più sfacciato e ridicolo di così sembra difficile.
Naturalmente il governo, di cui fanno parte vari esponenti del mondo bancario, a cominciare dal professor Monti, ha pensato bene di esentare dall’IMU le miliardarie fondazioni bancarie (e per affettuosa simpatia anche l’Università Bocconi, di cui egli è presidente). Però il governo aveva pensato di tassare come seconda casa le case delle persone ricoverate in istituti per anziani e disabili.
L’ultima trovata è di qualche giorno fa. Al fine di tagliare le spese si progetta di ridurre gli effettivi di polizia, carabinieri e vigili del fuoco. Nessuno ha pensato di ridurre i circa quattrocento corazzieri in servizio al Quirinale, o di abolire o quanto meno limitare le scorte a politici, in servizio o ex, magistrati, alti funzionari?
Altri esempi di spudoratezza si potrebbero citare, ma sarebbe troppo lungo, e del resto tutti ne ricorderanno molti. In conclusione si può tranquillamente affermare che questi tecnici, professori, banchieri ed alti funzionari, chiamati a mostrare il lato virtuoso del paese, non stanno certamente perdendo il confronto con i vituperati politici, che sono stati chiamati a sostituire.
E’ davvero così difficile, stando seduti su quelle poltrone, essere seri?
Il Bertoldo

1 commento:

Anonimo ha detto...

è la stessa domanda che mi pongo anche io. bel post.