I “Quattro” si sono
incontrati a Roma, e com’era da aspettarsi hanno deciso di non decidere,
rinviando ogni decisione al prossimo Consiglio Europeo del 28 giugno. Va dato
atto che questa è un’evidente prova di alto senso democratico. Come potrebbero
infatti decidere in quattro – sia pur “azionisti” importanti - per tutti? La
Cancelliera Merkel, notoriamente aliena da protagonismi e dal voler imporre la
sua volontà (chiedo scusa, “la volontà della Germania”) si sarebbe
violentemente ribellata.
E’ ben vero che nel
comunicato finale si è affermato che è indispensabile favorire lo sviluppo e la
ripresa economica, cosa veramente originale ed alla quale finora nessuno aveva
pensato, e a tale scopo si sono promessi 130 miliardi di euro, senza peraltro
precisare come e dove saranno utilizzati e da quali tasche saranno prelevati, ma resta il fatto che sempre di
chiacchiere si tratta, almeno per ora.
Poi, per non perdere le
buone abitudini, si è deciso di proporre al prossimo Consiglio d’Europa l’adozione
della cosiddetta Tobin Tax. Data la
totale incapacità dei governi a porre un limite alle speculazioni di borsa ed a
regolamentare in modo serio l’attività delle onnipotenti banche, si è deciso in
sostanza di partecipare al banchetto. Buon appetito!
La Signora Merkel continua
ad essere fermamente contraria ad ogni provvedimento che coinvolga in qualche
modo gli interessi immediati della Germania: niente eurobonds, niente poteri
veri alla BCE, in definitiva niente solidarietà, a meno che – ha lasciato
intendere – i paesi della zona euro non accettino di rinunciare a parte della
propria sovranità. In sostanza ella pretenderebbe che il ruolo ufficioso di
leader dell’eurozona che si è autonomamente assunto venisse ufficializzato, e
tutti accettassero di trasformarsi in satelliti volontari della Germania, dando
così vita al “quarto Reich”.
Non è chiaro se questa sua
politica si ispiri a quella del terzo Reich od a quella dell’impero sovietico,
nel quale essa è cresciuta: resta il fatto che sempre di una forma di
imperialismo si tratta. E ciò che colpisce è la sua totale indifferenza ad ogni
idea di solidarietà nei confronti dei paesi che essa stessa ed il suo paese
hanno accettato di annettere prima alla UE e poi nell’eurozona. Ci rendiamo
conto che il rischio di dover sborsare quattrini per coprire le sventatezze (o
peggio) degli altri non piace a nessuno, ma forse ci si potrebbe ricordare di
quanto abbiano fatto gli USA dopo la guerra (anche nel proprio interesse, sia
chiaro) per finanziare la ricostruzione dei propri ex-nemici.
Siamo certi che un’Europa
in dissesto sia proprio nell’interesse della Germania, che smercia oltre il 40%
delle proprie esportazioni proprio verso l’area “infetta”? E’ noto a tutti che
per riscuotere dei dividendi occorre prima investire. Altrimenti si passa dalla
parte dello sfruttatore delle disgrazie od imperizie altrui, che prima d’ora,
benché le magagne fossero evidenti da tempo, non si è affatto cercato di
correggere.
Il Bertoldo
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