25 giugno 2012

Solidarieta'


I “Quattro” si sono incontrati a Roma, e com’era da aspettarsi hanno deciso di non decidere, rinviando ogni decisione al prossimo Consiglio Europeo del 28 giugno. Va dato atto che questa è un’evidente prova di alto senso democratico. Come potrebbero infatti decidere in quattro – sia pur “azionisti” importanti - per tutti? La Cancelliera Merkel, notoriamente aliena da protagonismi e dal voler imporre la sua volontà (chiedo scusa, “la volontà della Germania”) si sarebbe violentemente ribellata.
E’ ben vero che nel comunicato finale si è affermato che è indispensabile favorire lo sviluppo e la ripresa economica, cosa veramente originale ed alla quale finora nessuno aveva pensato, e a tale scopo si sono promessi 130 miliardi di euro, senza peraltro precisare come e dove saranno utilizzati e da quali tasche saranno  prelevati, ma resta il fatto che sempre di chiacchiere si tratta, almeno per ora.
Poi, per non perdere le buone abitudini, si è deciso di proporre al prossimo Consiglio d’Europa l’adozione della cosiddetta Tobin Tax.  Data la totale incapacità dei governi a porre un limite alle speculazioni di borsa ed a regolamentare in modo serio l’attività delle onnipotenti banche, si è deciso in sostanza di partecipare al banchetto. Buon appetito!
La Signora Merkel continua ad essere fermamente contraria ad ogni provvedimento che coinvolga in qualche modo gli interessi immediati della Germania: niente eurobonds, niente poteri veri alla BCE, in definitiva niente solidarietà, a meno che – ha lasciato intendere – i paesi della zona euro non accettino di rinunciare a parte della propria sovranità. In sostanza ella pretenderebbe che il ruolo ufficioso di leader dell’eurozona che si è autonomamente assunto venisse ufficializzato, e tutti accettassero di trasformarsi in satelliti volontari della Germania, dando così vita al “quarto Reich”.
Non è chiaro se questa sua politica si ispiri a quella del terzo Reich od a quella dell’impero sovietico, nel quale essa è cresciuta: resta il fatto che sempre di una forma di imperialismo si tratta. E ciò che colpisce è la sua totale indifferenza ad ogni idea di solidarietà nei confronti dei paesi che essa stessa ed il suo paese hanno accettato di annettere prima alla UE e poi nell’eurozona. Ci rendiamo conto che il rischio di dover sborsare quattrini per coprire le sventatezze (o peggio) degli altri non piace a nessuno, ma forse ci si potrebbe ricordare di quanto abbiano fatto gli USA dopo la guerra (anche nel proprio interesse, sia chiaro) per finanziare la ricostruzione dei propri ex-nemici.
Siamo certi che un’Europa in dissesto sia proprio nell’interesse della Germania, che smercia oltre il 40% delle proprie esportazioni proprio verso l’area “infetta”? E’ noto a tutti che per riscuotere dei dividendi occorre prima investire. Altrimenti si passa dalla parte dello sfruttatore delle disgrazie od imperizie altrui, che prima d’ora, benché le magagne fossero evidenti da tempo, non si è affatto cercato di correggere.
Il Bertoldo

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