Supponiamo
che, nel fare la pulizia di un locale, l’incaricato non abbia risciacquato bene
il pavimento, su cui sono rimaste viscide tracce di detersivo. Un visitatore
entra nel locale, scivola e si frattura una gamba in modo piuttosto serio. Una
persona dotata di normale buon senso come prima cosa farebbe chiamare
un’ambulanza per essere condotto in ospedale e ricevere le cure necessarie per
limitare il danno alla propria persona. Potrebbe però esserci anche chi, invece
di intervenire con immediatezza, si preoccuperebbe di cercare gli eventuali
responsabili della caduta, ed elaborerebbe teorie più o meno bizzarre sul cosa
fare per tornare in piedi, anche se, con la gamba rotta, sembra piuttosto
improbabile che la teoria pensata funzioni, in quanto contraria al comune buon
senso ed alla consolidata esperienza.
L’Italia,
paralizzata dalla grave crisi che da anni imperversa, ha pensato bene, per
geniale intervento del suo garrulo Presidente, di incaricare un grande
“tecnico” di rimettere le cose a posto: il noto cattedratico, forse perché
autore di originali ancorchè non sperimentate teorie economiche, ha deciso,
anche su insistenza di una sua collega tedesca, di seguire la seconda strada.
Accumulando errori su errori e soprattutto il rigetto anche da parte di chi,
all’inizio della sua missione, aveva scommesso sulla piena riuscita
dell’esperimento.
Secondo
il professore, il problema non è la crisi e la recessione, il problema sarebbe
invece costituito dal deficit di bilancio che occorre ripianare ad ogni costo.
E la responsabilità del deficit è da attribuire – cosa indubbiamente vera – ai
governi precedenti e soprattutto all’evasione fiscale: quindi aumento
indiscriminato delle tasse e lotta dura e sovente irrazionale all’evasione. Non
passa neppure per la mente degli “illuminati” che il rilancio dello sviluppo è
incompatibile con la sottrazione di ulteriori mezzi ai cittadini ed
all’economia, e che l’evasione la si combatte soprattutto con aliquote meno
confiscatorie. Evidentemente nei loro programmi didattici manca del tutto la
pagina relativa alla cosiddetta “curva di Laffer”.
Secondo
varie affermazioni pubbliche l’evasione può essere stimata in almeno un 20% di
quanto dichiarato, ed in tale proporzione viene inclusa nel calcolo del PIL.
Quindi, dato che la pressione fiscale ha raggiunto il 47,3% del PIL, se ne
deduce che sul PIL “ufficiale” essa può essere stimata nel 56,8%, cifra ormai
vicina ai tre quinti di quanto dichiarato. Non viene alcun sospetto ai
cattedratici che se il paese non è ancora completamente paralizzato ciò si deve
anche all’autoriduzione fiscale operata illecitamente dagli evasori?
La
riprova di quanto affermato è venuta proprio in questi giorni: a fronte
dell’aumento delle tasse si è avuta una diminuzione del gettito, segno evidente
che i provvedimenti adottati per ridurre il deficit stanno producendo l’effetto
contrario e renderanno necessari ulteriori inasprimenti, con conseguenze ancor
più deleterie, in un circolo infernale.
A
nostro modesto avviso, gli unici provvedimenti che avrebbero dovuto essere
presi d’urgenza sono innanzi tutto una
seria riduzione della spesa, iniziando – se non altro per dare l’esempio – con
i costi esagerati della politica (rimborsi elettorali, benefits indecenti agli
eletti, e simili sprechi e parassitismi). E poi soprattutto con l’immissione di
liquidità nel sistema, utilizzando a tale scopo i generosi finanziamenti
concessi dalla BCE alle banche per rifinanziare l’immenso debito del settore
pubblico nei confronti dei propri fornitori e dei propri creditori per ragioni
fiscali, anziché utilizzarli per sottoscrivere titoli di stato al fine di far
calare momentaneamente lo “spread”. Spread che, dopo l’operazione ora citata, è
ritornato molto vicino ai livelli che avevano giustificato – soprattutto per l’ostinazione
e la soddisfazione dei suoi avversari
interni ed esteri – la fine del governo Berlusconi.
Dobbiamo
attenderci che una simile sorte toccherà, a causa dello spread, anche
all’attuale governo, che sembra aver disatteso drammaticamente le aspettative
dei suoi sostenitori ed i programmi di risanamento che erano stati
rumorosamente sbandierati all’atto del suo insediamento,con lo slogan copiato
da una nota pubblicità “Il signore sì che se ne intende”?
Il Bertoldo
1 commento:
"Quando c'è un problema cerca la soluzione, non il colpevole"
Proverbio Piemontese
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