07 giugno 2012

Tecnicita'


Supponiamo che, nel fare la pulizia di un locale, l’incaricato non abbia risciacquato bene il pavimento, su cui sono rimaste viscide tracce di detersivo. Un visitatore entra nel locale, scivola e si frattura una gamba in modo piuttosto serio. Una persona dotata di normale buon senso come prima cosa farebbe chiamare un’ambulanza per essere condotto in ospedale e ricevere le cure necessarie per limitare il danno alla propria persona. Potrebbe però esserci anche chi, invece di intervenire con immediatezza, si preoccuperebbe di cercare gli eventuali responsabili della caduta, ed elaborerebbe teorie più o meno bizzarre sul cosa fare per tornare in piedi, anche se, con la gamba rotta, sembra piuttosto improbabile che la teoria pensata funzioni, in quanto contraria al comune buon senso ed alla consolidata esperienza.
L’Italia, paralizzata dalla grave crisi che da anni imperversa, ha pensato bene, per geniale intervento del suo garrulo Presidente, di incaricare un grande “tecnico” di rimettere le cose a posto: il noto cattedratico, forse perché autore di originali ancorchè non sperimentate teorie economiche, ha deciso, anche su insistenza di una sua collega tedesca, di seguire la seconda strada. Accumulando errori su errori e soprattutto il rigetto anche da parte di chi, all’inizio della sua missione, aveva scommesso sulla piena riuscita dell’esperimento.
Secondo il professore, il problema non è la crisi e la recessione, il problema sarebbe invece costituito dal deficit di bilancio che occorre ripianare ad ogni costo. E la responsabilità del deficit è da attribuire – cosa indubbiamente vera – ai governi precedenti e soprattutto all’evasione fiscale: quindi aumento indiscriminato delle tasse e lotta dura e sovente irrazionale all’evasione. Non passa neppure per la mente degli “illuminati” che il rilancio dello sviluppo è incompatibile con la sottrazione di ulteriori mezzi ai cittadini ed all’economia, e che l’evasione la si combatte soprattutto con aliquote meno confiscatorie. Evidentemente nei loro programmi didattici manca del tutto la pagina relativa alla cosiddetta “curva di Laffer”.
Secondo varie affermazioni pubbliche l’evasione può essere stimata in almeno un 20% di quanto dichiarato, ed in tale proporzione viene inclusa nel calcolo del PIL. Quindi, dato che la pressione fiscale ha raggiunto il 47,3% del PIL, se ne deduce che sul PIL “ufficiale” essa può essere stimata nel 56,8%, cifra ormai vicina ai tre quinti di quanto dichiarato. Non viene alcun sospetto ai cattedratici che se il paese non è ancora completamente paralizzato ciò si deve anche all’autoriduzione fiscale operata illecitamente dagli evasori?
La riprova di quanto affermato è venuta proprio in questi giorni: a fronte dell’aumento delle tasse si è avuta una diminuzione del gettito, segno evidente che i provvedimenti adottati per ridurre il deficit stanno producendo l’effetto contrario e renderanno necessari ulteriori inasprimenti, con conseguenze ancor più deleterie, in un circolo infernale.
A nostro modesto avviso, gli unici provvedimenti che avrebbero dovuto essere presi d’urgenza sono innanzi tutto  una seria riduzione della spesa, iniziando – se non altro per dare l’esempio – con i costi esagerati della politica (rimborsi elettorali, benefits indecenti agli eletti, e simili sprechi e parassitismi). E poi soprattutto con l’immissione di liquidità nel sistema, utilizzando a tale scopo i generosi finanziamenti concessi dalla BCE alle banche per rifinanziare l’immenso debito del settore pubblico nei confronti dei propri fornitori e dei propri creditori per ragioni fiscali, anziché utilizzarli per sottoscrivere titoli di stato al fine di far calare momentaneamente lo “spread”. Spread che, dopo l’operazione ora citata, è ritornato molto vicino ai livelli che avevano giustificato – soprattutto per l’ostinazione e la soddisfazione  dei suoi avversari interni ed esteri – la fine del governo Berlusconi.
Dobbiamo attenderci che una simile sorte toccherà, a causa dello spread, anche all’attuale governo, che sembra aver disatteso drammaticamente le aspettative dei suoi sostenitori ed i programmi di risanamento che erano stati rumorosamente sbandierati all’atto del suo insediamento,con lo slogan copiato da una nota pubblicità “Il signore sì che se ne intende”?
 Il Bertoldo

1 commento:

Il solito Anonimo ha detto...

"Quando c'è un problema cerca la soluzione, non il colpevole"

Proverbio Piemontese