25 ottobre 2012

Sciocchezzaio


Recentemente è stato presentato dal governo un provvedimento per combattere la corruzione, di cui in questi ultimi tempi sono stati rivelati alcuni scandalosi esempi. Naturalmente si tratta di un fenomeno mai cessato, ed a proposito del quale già venti anni fa si scatenò la campagna poi denominata “Mani Pulite”. Evidentemente quella campagna non fu sufficiente per porre fine all’increscioso fenomeno, che anzi è cresciuto più rigoglioso che mai. Intervistata in merito alla proposta anti corruzione, la senatrice Anna Finocchiaro ha dichiarato che era finalmente ora che un simile provvedimento fosse proposto ed inviato al Parlamento per l’approvazione. La senatrice Finocchiaro siede da ben venticinque anni in Parlamento ove ha ricoperto importanti cariche: non si era mai accorta in tutti quegli anni che  la corruzione era un problema assai diffuso, come la saga di Mani Pulite, scoppiata mentre lei già occupava un seggio alla Camera, aveva mostrato?
Beata ingenuità!

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Il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha dichiarato che la recente legislazione del lavoro, da lei stessa formulata dopo estenuanti trattative con le cosiddette parti sociali (nell’accezione corrente i sindacati) ha bisogno di “manutenzione”, in quanto non ha permesso di raggiungere gli obbiettivi di rilancio dell’occupazione che ci si proponeva. La domanda è: non poteva pensarci prima ed ascoltare le critiche ben documentate di chi i posti di lavoro li crea, cioè gli imprenditori? Non è possibile che si proceda a base di tira e molla, salvo poi dire che, a distanza di qualche mese, è opportuno cambiare registro.

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Il prefetto di Napoli ha recitato una scena madre inveendo contro il parroco di una parrocchia in una zona assai disagiata ed infestata da malavitosi a Napoli – persona peraltro molto attiva nei confronti delle vittime della delinquenza organizzata – perché, rivolgendosi al prefetto di Caserta si era permesso di chiamarla “Signora” anziché “Signor Prefetto”, giudicando inammissibile una simile mancanza di formale correttezza. A parte il fatto che il (signor) Prefetto di Napoli non sembra ricordare il detto secondo cui “Signori si nasce e Prefetti si diventa”, tutta la vicenda fa pensare che il sullodato, in definitiva, rimpianga che – per legge – non sia più possibile rivolgersi a lui ed ai suoi pari con lo spagnolesco titolo di “Eccellenza”. Evviva la modestia…

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