23 novembre 2012

Chi si loda...


Il Presidente “tecnico” del Consiglio non perde occasione per far notare al volgo ed al mondo intero quanto il suo governo ed egli stesso in particolare siano bravi. Un leit-motif delle sue esternazioni è quello di aver salvato l’Italia, ed addirittura l’Europa dalla catastrofe. Quasi ogni giorno ripete che ormai si vede la luce in fondo al tunnel, che la ripresa sta per cominciare e simili stravaganti affermazioni. Vale la pena di cercare di capire quanto di vero ci sia in queste sue uscite auto elogiative.
Vediamo di capire quale era la situazione alla fine dell’anno scorso. Il disavanzo del bilancio pubblico per il 2011 rappresentava il 3,9% del PIL (in discesa rispetto al 4,6% del 1020 ed il 5,4% del 2009), il debito totale ammontava al 120% del PIL, la disoccupazione era all’8,5%, la pressione fiscale ufficiale era poco sopra il 40%, l’economia era in relativa sofferenza – come del resto in tutto l’occidente – e lo spread rispetto ai titoli tedeschi era superiore al 5%.
A metà novembre il Presidente Napolitano, con l’approvazione dell’Europa – nel concreto con l’approvazione della Cancelliera tedesca – decise di por fine al governo preesistente, democraticamente eletto (anche a causa di tentennamenti nella maggioranza che lo avrebbe dovuto appoggiare) e di affidare l’incarico ad un governo di “tecnici” (docenti universitari, banchieri, alti funzionari dello stato) guidato dal prof. Mario Monti, per l’occasione nominato senatore a vita.
Il nuovo governo, che si proponeva solennemente di risanare i conti pubblici e l’economia e di varare importanti e fondamentali riforme, ha guidato il paese ormai per un anno. Quale è la situazione oggi?
Il disavanzo esiste ancora, ed anche se ovviamente non si possono avere dati definitivi per tutto l’anno, dovrebbe aggirarsi intorno al 2,5% del PIL,  seguendo l’iter discendente già avviato negli anni precedenti. Il debito pubblico è cresciuto di circa 100 miliardi di euro, attestandosi, a fine ottobre, al 125% del PIL. La disoccupazione è aumentata al 10,5%. La pressione fiscale ufficiale ha raggiunto il 45% del PIL, mentre quella gravante su chi le tasse le paga viaggia attorno al 55%. Lo spread con i bund tedeschi è calato ed ora oscilla intorno al 3,5%, grazie ai prestiti di un paio di centinaia di miliardi concessi – all’interesse dell’1% - dalla Banca Centrale Europea alle banche italiane e da esse investito nell’acquisto di titoli di stato italiani, per lucrare sulle differenze di tasso e per fare diminuire la pressione sui buoni italiani.  Per finire, si prevede una diminuzione del PIL di circa due punti e mezzo, a dimostrazione della situazione di disagio di tutta l’economia.
Se dobbiamo credere che il Presidente del Consiglio vede effettivamente una luce in fondo al tunnel siamo costretti a ritenere che, nel disorientamento causato dall’oscurità, egli stia confondendo la fioca luce dell’ingresso del tunnel, in allontanamento, con la inesistente luce dell’uscita. Ed in base a queste errate sensazioni non cessa di lodare il proprio operato e ad incitare i suoi successori a continuare in questa linea, che tanti successi ha finora conseguito (secondo lui…)
 Il Bertoldo

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