Il Presidente “tecnico” del
Consiglio non perde occasione per far notare al volgo ed al mondo intero quanto
il suo governo ed egli stesso in particolare siano bravi. Un leit-motif delle
sue esternazioni è quello di aver salvato l’Italia, ed addirittura l’Europa
dalla catastrofe. Quasi ogni giorno ripete che ormai si vede la luce in fondo
al tunnel, che la ripresa sta per cominciare e simili stravaganti affermazioni.
Vale la pena di cercare di capire quanto di vero ci sia in queste sue uscite
auto elogiative.
Vediamo di capire quale era
la situazione alla fine dell’anno scorso. Il disavanzo del bilancio pubblico
per il 2011 rappresentava il 3,9% del PIL (in discesa rispetto al 4,6% del 1020
ed il 5,4% del 2009), il debito totale ammontava al 120% del PIL, la
disoccupazione era all’8,5%, la pressione fiscale ufficiale era poco sopra il
40%, l’economia era in relativa sofferenza – come del resto in tutto
l’occidente – e lo spread rispetto ai titoli tedeschi era superiore al 5%.
A metà novembre il
Presidente Napolitano, con l’approvazione dell’Europa – nel concreto con
l’approvazione della Cancelliera tedesca – decise di por fine al governo
preesistente, democraticamente eletto (anche a causa di tentennamenti nella
maggioranza che lo avrebbe dovuto appoggiare) e di affidare l’incarico ad un
governo di “tecnici” (docenti universitari, banchieri, alti funzionari dello
stato) guidato dal prof. Mario Monti, per l’occasione nominato senatore a vita.
Il nuovo governo, che si
proponeva solennemente di risanare i conti pubblici e l’economia e di varare
importanti e fondamentali riforme, ha guidato il paese ormai per un anno. Quale
è la situazione oggi?
Il disavanzo esiste ancora,
ed anche se ovviamente non si possono avere dati definitivi per tutto l’anno,
dovrebbe aggirarsi intorno al 2,5% del PIL,
seguendo l’iter discendente già avviato negli anni precedenti. Il debito
pubblico è cresciuto di circa 100 miliardi di euro, attestandosi, a fine
ottobre, al 125% del PIL. La disoccupazione è aumentata al 10,5%. La pressione
fiscale ufficiale ha raggiunto il 45% del PIL, mentre quella gravante su chi le
tasse le paga viaggia attorno al 55%. Lo spread con i bund tedeschi è calato ed
ora oscilla intorno al 3,5%, grazie ai prestiti di un paio di centinaia di miliardi
concessi – all’interesse dell’1% - dalla Banca Centrale Europea alle banche
italiane e da esse investito nell’acquisto di titoli di stato italiani, per
lucrare sulle differenze di tasso e per fare diminuire la pressione sui buoni
italiani. Per finire, si prevede una
diminuzione del PIL di circa due punti e mezzo, a dimostrazione della
situazione di disagio di tutta l’economia.
Se dobbiamo credere che il
Presidente del Consiglio vede effettivamente una luce in fondo al tunnel siamo
costretti a ritenere che, nel disorientamento causato dall’oscurità, egli stia
confondendo la fioca luce dell’ingresso del tunnel, in allontanamento, con la
inesistente luce dell’uscita. Ed in base a queste errate sensazioni non cessa
di lodare il proprio operato e ad incitare i suoi successori a continuare in
questa linea, che tanti successi ha finora conseguito (secondo lui…)
Il Bertoldo
Nessun commento:
Posta un commento