08 novembre 2012

Confronti


Finalmente le tanto attese elezioni presidenziali americane si sono svolte come previsto e non si è verificato il temuto pareggio fra i due contendenti. Com’è noto ha vinto il Presidente uscente Barack Obama, e lo sfidante Mitt Romney ha subito riconosciuto la propria sconfitta ed ha telefonato al vincitore per congratularsi con lui e porgergli gli auguri.
In Italia siamo molto più originali. Vi immaginate Bersani che riconosce la propria sconfitta e si congratula con Berlusconi o viceversa? Negli USA c’è uno che vince ed uno che perde. In Italia no, siamo molto più organizzati: tutti vincono e tutti sono contenti. Normalmente persino chi ha perso voti rispetto alle precedenti tornate elettorali si compiace perché la perdita è inferiore a quanto si temeva, e quindi il risultato può essere assimilato ad un vero e proprio successo. E qui possiamo rispolverare il vecchio detto “chi si contenta, gode”.
Non contento di aver porto le proprie felicitazioni al vincitore, Mitt Romney è andato fino a promettergli il proprio appoggio e collaborazione, per il bene del paese. Esattamente come avviene da noi, dove fin da prima dell’inizio della campagna elettorale, anche i più minuscoli partiti proclamano che mai e poi mai potranno collaborare con i partecipanti allo schieramento avverso. Salvo poi, per motivi spesso inconfessabili, passare dalla parte del vincitore in cambio di qualche beneficio o sinecura, normalmente ben retribuita, mantenendo tuttavia tutta la propria libertà di sabotare i propri temporanei alleati se si ritiene che ciò li possa avvantaggiare.
L’altra fondamentale differenza fra i comportamenti della classe politica dei due paesi consiste certamente nel fatto che, mentre negli USA i concorrenti alle elezioni cercano ed ottengono i finanziamenti necessari alla propria campagna elettorale presso i privati, da noi è lo stato stesso che provvede a coprire, con inusuale generosità, le cosiddette spese elettorali, senza chiedere mai un resoconto di come i fondi siano stati effettivamente impiegati (sarebbe una grave indelicatezza ed un segno di inammissibile sfiducia!).
Dobbiamo però ricordare che in fondo anche in Italia la politica ricorre agli aiuti dei privati. Solo che, anziché dichiarare apertamente “urbi et orbi” quanto e da chi si sono ricevuti dei contributi, si preferisce ricorrere ad operazioni sotterranee: dopo tutto abbiamo pure una legge per difendere e proteggere la privacy….
Il Bertoldo

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