Nei giorni scorsi
c’è stato un avvenimento atteso con ansia da tutto il mondo e celebrato ampiamente – talvolta fino alla
noia – da tutti i mezzi di comunicazione mondiali: l’elezione del nuovo
presidente degli Stati Uniti d’America. Com’è noto, dopo una campagna molto
combattuta, è stato rieletto il presidente uscente Barack Obama, salutato da
tutti i capi di stato – più o meno sinceramente – con grandi manifestazioni di
soddisfazione.
Tutti abbiamo dovuto
assistere ad innumerevoli scene di delirio della folla dei suoi sostenitori ed
alle dichiarazioni del rinnovato Presidente. E ci siamo accorti che, nel suo
entusiasmo per tutto ciò che è americano, si è persino immaginato di essere un
personaggio di una delle cosiddette “soap operas”, di notoria invenzione
statunitense, e si è comportato di conseguenza.
Citiamo alcuni
episodi. Sul palco dal quale ha arringato la folla dopo l’elezione, ha più
volte e con travolgente passione baciato la moglie Michelle, definita la più
bella, elegante, intelligente delle donne, di cui tutti gli americani sarebbero
innamorati. Scena commovente, anche se un po’ retorica. Per venire a noi, ve
l’immaginate una scena simile fra il Presidente Giorgio Napolitano e la signora
Clio? O di un neo eletto Bersani con la consorte?
Più tardi, parlando
della propria famiglia, ha detto che le figlie cresceranno “bellissime e
bravissime” come la loro madre. Fortunatamente non ha fatto paragoni con il
padre…
Qualche giorno più
tardi, incontrando i collaboratori che si sono prodigati, con evidente
successo, nella sua campagna elettorale, li ha ringraziati calorosamente e non
ha saputo (o voluto?) trattenere le lacrime (Fornero docet) ad esclusivo
beneficio della platea. Ha insomma voluto dare l’impressione di essere un uomo
di cuore, legatissimo alla famiglia, riconoscente e di sentimenti elevatissimi.
Deve essere stata
una recente illuminazione perché nel suo precedente mandato, a parte le
plateali dimostrazioni di affetto per Michelle, non è sembrato uomo dal cuore
particolarmente tenero, eccezion fatta
per gli esagerati contributi nei confronti del settore bancario americano (che
sembra averlo generosamente ricambiato nel finanziamento della sua campagna),
che è stato all’origine della crisi finanziaria mondiale. Per il resto ha dimostrato
scarsa decisione in molte occasioni.
Per non essere da
meno del Presidente eletto, lo sfidante Mitt Romney, nell’ammettere la propria
sconfitta, non si è tanto dispiaciuto per non avere potuto realizzare il
proprio programma – da lui ritenuto naturalmente fondamentale per il paese – ma
ha manifestato la delusione perché sua moglie Ann sarebbe stata una “eccellente
first lady”.
Vista la proclamata
eccellenza delle dame americane, a quando un presidente donna?
Il Bertoldo
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