13 novembre 2012

Vecchi rimedi


Accade in varie occasioni che, di fronte ad uno stato di salute precario o ad una conclamata malattia, ci sia sempre qualcuno che per i più vari motivi,  per attaccamento alla tradizione o per  ostilità nei confronti dei composti della chimica medica, o semplicemente perché non ha alcuna idea per la testa ma vuol comunque non essere escluso, propone e magnifica i rimedi della nonna. Il tale infuso di speciali erbe, i cataplasmi, e simili tradizionali, ancorché spesso del tutto inutili rimedi.
E’ accaduto anche molto di recente ad un illustre malato, sofferente da tempo dei più vari disturbi, tali da far temere ai vicini che potesse trattarsi di malanno contagioso, tanto che vennero presi appositi provvedimenti contro l’infezione, rimedi che, ahimè, non fecero che aggravare le condizioni dell’infermo. Fu quindi deciso dal capofamiglia di rinunciare alle cure del medico curante e di affidarsi ad un nuovo professionista, stimato docente universitario, che si ritenne fosse in grado di applicare le più innovative ed efficaci terapie messe a punto dalla moderna scienza medica
Il nuovo sanitario si mise subito all’opera e, con somma meraviglia, ispirato evidentemente da una sua (interessata…) ninfa Egeria, e probabilmente convinto della saggezza dei nostri antenati, sottopose immediatamente il malato al più antico dei trattamenti, già in uso presso i sumeri e gli antichi egizi: il salasso, ma praticato in grande stile. Va ricordato che questo intervento negli scorsi secoli veniva abitualmente effettuato dai barbieri, senza l’intervento del medico.
Il rimedio, applicato ad un organismo già indebolito di suo, provocò un ulteriore aggravamento delle sue condizioni, con rallentamento dei processi vitali e perdita di sostanza organica, cui il luminare credette di porre rimedio applicando ulteriori salassi. La situazione è ormai molto grave, la prognosi, anche a parere del medico curante, pur espressa con apparente ottimismo, non è felice e si predicono tempi molto lunghi per un inizio di guarigione e la ripresa delle necessarie funzioni vitali.
Non è chiaro perché l’eminente cattedratico non abbia adottato altri rimedi, peraltro suggeriti da molti, ed abbia deciso di attenersi alle pratiche dei barbieri di una volta, con le gravi conseguenze che abbiamo ricordato.
Teniamo a precisare che la storia raccontata è frutto di pura immaginazione e sia i fatti che i personaggi citati non hanno alcun riferimento alla realtà ed ogni somiglianza con fatti reali è frutto di semplice coincidenza.

Il Bertoldo

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