Ogni volta che un
personaggio noto, sia esso politico, funzionario, imprenditore, professionista,
viene in qualche modo coinvolto in una vicenda giudiziaria si sente ripetere
come un mantra la frase, non si sa se più ridicola o pietosamente ipocrita “Ho
fiducia nella magistratura”. Qualcuno, in vena di originalità, la modifica in
“Ho fiducia nella giustizia”.
Invocare la giustizia, che
è un concetto astratto, e la cui definizione viene lasciata agli usi ed alle
leggi di ciascun gruppo sociale, sembra pomposo e privo di senso. Per un
musulmano la giustizia è rappresentata dalla sharja che in occidente non viene particolarmente apprezzata, in
altri tempi la giustizia si serviva legalmente della tortura e della pena di
morte, che noi aborriamo. Nella Bibbia si ritiene giusta la lapidazione,
durante la Rivoluzione francese la somma giustizia era rappresentata dalla
ghigliottina, e gli esempi potrebbero continuare all’infinito.
Non resta quindi che la
fiducia nella magistratura, il che significa la fiducia che verrà fedelmente ed
imparzialmente e soprattutto ragionevolmente applicata la legge. A prescindere
dalla constatazione che l’esistenza di uno sterminato numero di leggi, spesso
in contrasto fra di loro, quasi sempre di difficile comprensione, non facilita
certo la loro corretta applicazione, è doveroso notare che buona parte della
magistratura appare spesse troppo fantasiosa nell’interpretazione della legge,
quando non pretende addirittura di legiferare essa stessa, con risultati
sovente del tutto grotteschi.
Tanto per ricordare alcune
sentenze particolarmente singolari e note a tutti, citiamo la condanna a
parecchi anni di carcere di un gruppo di sismologi per non aver saputo
prevedere la gravità di un terremoto (se l’avessero fatto e l’evento non si
fosse verificato sarebbero stati condannati per procurato grave allarme): la
sentenza ha fatto il giro del mondo con commenti non particolarmente
lusinghieri nei confronti degli estensori della stessa.
Ma altri innumerevoli
esempi si potrebbero citare: dal magistrato che ha legalizzato – contro le
precise disposizioni della nostra legge – la pratica dell’infibulazione nei
confronti delle ragazze islamiche (ha di fatto adottato la sharja), a quello che ha condannato come “pericoloso delinquente
abituale” un direttore di giornale per aver pubblicato un articolo – non
scritto da lui – ritenuto lesivo dell’onorabilità di un magistrato. L’autore
dell’articolo non è stato neppure sentito (non dico indagato). Un altro
magistrato ha provocato la chiusura di tutta una serie di stabilimenti
siderurgici – mettendo sul lastrico molte migliaia di lavoratori, che
resteranno per solidarietà a carico del bilancio statale e quindi dei
contribuenti – sulla base di perizie giudicate dagli stessi redattori bisognose
di ulteriori approfondimenti.
Per scendere a casi minimi,
ovviamente tali da non finire sui giornali, ma comunque indicativi di quanto
conti la discrezionalità e talvolta l’inspiegabile ed incomprensibile
illogicità di certi provvedimenti del magistrato nel determinare le sorti di
chi è costretto a ricorrere alle loro decisioni, citiamo il caso di quel
giudice che, in una banale causa civile per danni, dopo aver ritardato quasi
otto anni ad emettere la sentenza, fra le altre cose ha rifiutato di
riconoscere al danneggiato gli interessi per ritardato pagamento – come del
resto la legge prescrive – perché il danneggiato non ha fornito la prova di
quanto avrebbe potuto guadagnare dall’impiego dei fondi che non aveva ricevuto!
In queste condizioni, è
corretto e sincero dichiarare la propria fiducia nella magistratura? E
soprattutto quando è universalmente noto che la stessa è immune da ogni
responsabilità per gli errori che commette, malgrado il popolo (“sovrano”
secondo la sacra Costituzione, “la più bella del mondo”) abbia
inequivocabilmente sancito con un referendum il riconoscimento della
responsabilità civile dei magistrati. E questo si considera rispetto della
legge fondamentale dello stato? Non si vede come si possa nutrire fiducia in
chi non solo non è rispettoso delle leggi normali ma addirittura non rispetta
neppure la Costituzione.
Il Bertoldo
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