16 dicembre 2012

Ma loro ci credono?

Il governo ha annunciato che il debito pubblico ha superato il traguardo dei duemila miliardi. Dato che la logica terra terra del cittadino normale, frutto di popolare buon senso e non di sofisticate meditazioni accademiche, ci porta a credere che normalmente si ricorra all’indebitamento per coprire i disavanzi di bilancio, com’è possibile che, di fronte ad un disavanzo previsto in circa trentacinque miliardi il debito pubblico, in soli dodici mesi, sia aumentato di oltre cento miliardi? Qualcuno vuole spiegarci come sia avvenuto un simile miracolo, frutto delle eccezionali capacità di risanamento del nostro Quisling?

In occasione dell’ultima riunione a Bruxelles dei capi di stato dell’Unione si sono sprecati gli elogi per i risultati eccezionali ottenuti dal nostro Presidente “tecnico” del Consiglio con la sua politica di rigore e riforme, mentre non si sono contati gli scongiuri contro la temuta ridiscesa in campo del Cavaliere per antonomasia, di cui tutti prevedono la sconfitta. Se tutti sono così sicuri che verrà sconfitto, perché si preoccupano tanto? A noi sembra che una sconfitta bruciante sarebbe la prova incontestabile che il popolo italiano non ne vuole più sapere, e quindi il suo ritorno all’agone politico dovrebbe essere salutato come un fortunato evento, che dimostrerà finalmente l’inadeguatezza del soggetto a reggere le sorti del paese.

In effetti bisogna onestamente riconoscere che nessuno dei precedenti governi, formati da politici, di destra o di sinistra, è mai riuscito nell’impresa che con inaudita facilità è riuscita al moderno Gauleiter: cento milardi di debito in più, disoccupazione cresciuta del quaranta per cento, _PiL in discesa libera, migliaia di fallimenti a ripetizione, traguardi raggiunti in un solo anno, non sono certo un’impresa alla portata di chi tecnico non è né pretende di esserlo.

Il Ministro Grilli, che nessuno ha informato delle imminenti dimissioni del governo e delle successive prossime elezioni per formare un nuovo parlamento, è andato negli USA per rassicurare i nostri partners che l’Italia proseguirà sulla strada intrapresa e che ormai la situazione è in via di risanamento. Come fa ad essere così certo che il governo che succederà all’attuale fra meno di tre mesi sarà all’altezza dei traguardi raggiunti in così poco tempo dai collaborazionisti filo-germanici che per volontà presidenziale e dell’Europa ci hanno deliziato in quest’ultimo anno? Oppure immagina che nella nuova compagine ci sarà ancora posto per lui, che così potrà ultimare la metamorfosi da “tecnico” a “politico”?

Il provvedimento legislativo definito “per lo sviluppo” prevede - e non è ben chiaro cosa ciò abbia a che vedere con lo sviluppo, se non quello dell’industria dei pneumatici - che d’ora in poi in inverno sarà obbligatorio per tutti montare gomme invernali, in modo da adeguarci a quanto si fa in Europa, anche e specialmente in paesi dal clima mite e temperato come la Svezia, la Finlandia, i pesi baltici, la Germania e la Polonia.  

E’ ammirevole il desiderio degli attuali nostri governanti di uniformare quanto più possibile il nostro paese alle usanze europee. Peccato che nei paesi citati di solito non bastino cinque centimetri di neve per paralizzare il traffico, i servizi pubblici funzionino, la burocrazia, pur sempre piuttosto ottusa, non ha come scopo primario quello di impedire nei limite del possibile il libero sviluppo dell’economia e soprattutto non manifesti in modo così evidente la propria tendenza ad approfittare del proprio potere a fini di arricchimento personale e di corruzione, la magistratura è rapida, imparziale ed efficiente.

Se dobbiamo essere europei, cerchiamo di esserlo veramente, non in ciò che opprime i cittadini, lasciando da parte, per il momento, le gomme invernali e simili argomenti certamente interessanti ma sicuramente non decisivi in vista di una ripresa dello sviluppo, ma preoccupandoci solo e soprattutto di ciò che li aiuta e li favorisce nelle proprie attività senza opprimerli più del necessario. Ma forse l’esaudire questo elementare desiderio esula completamente dai compiti di un governo tecnico di specialisti e soprattutto non interessa ai loro mandanti germanici.

Il Bertoldo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Domanda "a fronte ad un disavanzo previsto in circa trentacinque miliardi il debito pubblico, in soli dodici mesi, sia aumentato di oltre cento miliardi? Qualcuno vuole spiegarci come sia avvenuto un simile miracolo....?" Perchè il disavanzo è calcolato "al netto degli interessi". Mentre con gli interessi si arriva a ca. 100. Io ne ho scritto in dettaglio qui (http://www.ilfoglio.it/cerazade/2034) e qui (http://www.ilfoglio.it/contrarian/121) e qui (http://www.ilfoglio.it/contrarian/68). Leggere i commenti firmati da me (Maurizio R.) e ci trova nelle righe e fra le righr la risposta precisa. Tecnicamente l'Italia è fallita. Il fallimento tecnico è quando la crescita degli interessi è maggiore della crescita del ricavo (per lo Stato il PIL). Se gli interessi crescono piú del ricavo non hai possibilità matematica di pagare il debito. Ed é quello che accade. Nel novembre 2011 (il primo dei link segnalati) ebbi l'occasione di scrivere: "nonostante la spremitura e i tagli a tutti i ministeri, ecc il bilancio italiano é negativo di (70-9,6=) 60,4 mld. ogni anno. Per recuperare questo gap pari al 3,8% del PIL serve che il Paese produca un avanzo primario del 4,5% del PIL. E attenzione! In questo modo SALDIAMO SOLO LA SPESA PER INTERESSI PASSIVI SUL DEBITO. Se calcoliamo questa spesa a 80mld, a causa dello "spread", quel 4,5% diventa 5,6% del Pil... Cioè ripeto, solo per saldare gli interessi passivi (senza diminuire per nulla lo stock di debito!!) servirebbe che mediamente il 5% del PIL venga annualmente "incamerato" dalle casse dello Stato. Oggi siamo allo 0,6% e il Paese é più o meno stremato. Figuratevi se quasi moltiplicassimo per 8 questo valore cosa potrebbe succedere all'economia. Ovviamente la soluzione sarebbe crescere. Cresci di un 4% all'anno e puoi pagare gli interessi passivi e contemporaneamente riduci lo stock di debito. Ecco che vengo al punto: NON ESISTE GOVERNO IN GRADO DI PORTARE AD UN TASSO DI CRESCITA DEL 4% IN TEMPI BREVI! Non esiste! Ecco perché il Governo Monti é un BLUFF! MONTI farà alcune cose forse, ma saranno importanti quelle che NON farà. Monti NON rinegozierà il Debito (che é l'unica soluzione!!!). Non ci andrà perché é un uomo delle Banche, le stesse che detengono il debito. Monti sarà per l'Italia quello che fu Cobolli Gigli per la Juventus, un esecutore fallimentare: venderà tutto e vi manderà in B (con penalizzazione. Una sentenza congrua! disse Cobolli!)". Mi pare che questo sia quello che accade mentre ne parliamo giusto? Maurizio R.

pietro ha detto...

Una sola cosa non mi convince, che tutte le comprensibili critiche a Monti vengano usate per dure che la colpa della situazione attuale è per gran parte sua e che un anno fa la situazione era miglore, Monti non avrà grandi meriti, ma 2 cose sono migliorate rispetto ad un anno fa, è stata fatta una riforma VERA delle pensioni che i precedenti governi non avevano le palle per fare ( lo dico io che a 50 annni mi sono visto aumentare l'età del pensionamento di 4 anni, che è GIUSTA ) e grazie ad un azione diplomatica è riuscito ad otenere molto di più dalla BCE e dall' Europa rispetto al governo precedente, non è la soluzione dei problemi di fondo, ma chi crede che aste dei bot annuali che pagavano il 7% come quelle dell' autunno del 2011 fossero meglio delle attuali che pagano lo 0,9% dal punto di vista del debito pubblico è a dir poco miope.
L'idea poi che "rinegoziare il debito" risolva qualcosa mi sembra delirante, perchè ha come sottointeso che la cosa possa essere indolore.
IO non credo, penso che sarebbe un babo di sangue al confronto del quale le tasse di Monti sono una carezza.
Ma si sa l'italia è il paese nel quale il fallimento di un azienda è il modo di scappare con la cassa fregando i fornitori e i dipedenti e ci si illude che il modno sia fatto di polli da spennare.

Anonimo ha detto...

Guardi Pietro che le Sue opinioni sono legittime, ma sono sbagliate. Le riforma delle pensioni é una riforma politica. Il sistema previdenziale italiano era giá in attivo. Come ripete Angeletti (non io) una cosa é l'INPS, un'altra cosa sono le pensioni. Il sistema pensionistico italiano con il sistema precedente era già in attivo e non doveva essere riformato (in modo peggiorativo). L'Inps invece ha un bilancio in passivo ma questi sono problemi che nulla hanno a che vedere con le pensioni. La riforma Fornero ha peggiorato le condizioni (anche per Lei nonostante Le stia bene cosí). Questo é uno. Il secondo punto trova una risposta facile. Legga le motivazioni per cui Draghi é l'uomo dell'anno per il TIME. Erano le mosse della BCE che mancavano prima. Mi vuole dire che queste sono arrivate solo quando è arrivato Monti? Ma allora implicitamente mi sottoscrive che eravamo sotto ricatto. Se sta bene a Lei... a me per niente.
Bene infine LE COMUNICO che SENZA RINEGOZIAZIONE DEL DEBITO NON È MATEMATICAMENTE POSSIBILE RIPAGARLO O RIDURLO, a meno che la crescita del PIL superi anno per anno la quota pagata in interessi passivi (ca 75 mld di euro annui), quindi come detto sopra dobbiamo crescere almeno 4% all'anno. Per ridurre il debito in modo innaturale (cioè senza crescita) ci sono solo 3 modi: ristrutturazione, inflazione, riduzioni del patrimonio. Se non vuole (o non può) stampare moneta (inflazione) e non vuole cedere quote del patrimonio (pubblico e privato) allora non c'è che la strada della ristrutturazione (il default é una ristrutturazione radicale. Azzeri e riparti).
Se non cresci e non fai niente di quanto sopra, i soldi li devi TOGLIERE dalle tasche dei cittadini (con tasse, tasse patrimoniali, gabelle ecc). Le conseguenze di ciò sono persino ovvie. Purtroppo per spiegarle tutto questo dovrei prima farLe un corso crash in macroeconomia e finanza e ci vuole troppo. Il problema é in massima parte questo: gli argomenti sono difficili, pallosi, e soprattutto alla fine ALEATORI. Io Le chiedo: secondo Lei perché nonostante tutto quello fatto prima da Tremonti e poi da Monti il debito anche quest'anno è aumentato? Me lo sa dire? Per una risposta la rimando al sito dell'ISTAT. Se controlla i report di finanza pubblica dal 1993, vedrà che la somma di tutti gli interessi pagati anno per anno dal 1993 (anno del prelievo forzoso di Amato) al 2011 esprime un valore di 1860 Mld di Euro. Cioé il 90% del nostro ATTUALE debito é rappresentato dagli interessi che abbiamo pagato sul debito precedente al 1993 e sul nuovo debito emesso per rifinanziarlo. Il problema é proprio quello: tu fai nuovo debito soprattutto per ripagare quello vecchio... e gli interessi si accumulano. 5% all'anno? in 20 anni il debito raddoppia. Avevi da pagare 100? Te ne trovi altri 100 di interessi da pagare. E devi fare nuovo debito e non finisci mai. E se cresci poco e il pil diminuisce, l'anno dopo avrai il 105 da pagare perché hai dovuto chiedere a prestito qualcosa in più... e via così. Non solo é suicida andare avanti così. È ANCHE immorale. È immorale che ci siano delle persone (banche in massima parte) che prestino ad interesse SENZA RISCHIO. Se vuoi prestare senza rischio allora devi ottenere un rendimento dell'1%. Non il 5 o il 6! Guarda caso l'1% é quello che pagano agli investitori gli inglesi, gli americani e i giapponesi. Pure i tedeschi ma per loro c'è tutto un discorso a parte legato all'Euro. Lei conclude il Suo intervento con il luogo comune piú classico. L'Italia è un Paese nel quale.... Gli Stati non sono "aziende private" e per gli Stati il discorso che fa Lei non vale, ma per nulla! Gli Stati sono entità Sovrane e i governanti rispondono al Popolo e non ai creditori né ai fornitori. E comunque si consoli: i tedeschi hanno già dichiarato default 8 volte nella loro storia. Gli Italiani MAI. MAI NELLA STORIA, anche pre-unitaria. Qui la lista dei Paesi che hanno chiesto una ristrutturazione del debito: http://it.wikipedia.org/wiki/Insolvenza_sovrana. Maurizio R.

Nobile di Treviso ha detto...

Anonimo: giusto!