In una precedente occasione
ci siamo ripromessi di lasciar perdere le sofisticate analisi dei programmi
elettorali, che sofisticati non sono di certo, e che ormai sono sempre uguali
da decenni e per tutte le tendenze, e di rilevare invece qualche episodio degno
di commento e talvolta di una buona risata.
Il Financial Times –
ritenuto ufficialmente molto autorevole quando parla male del centro destra e
soprattutto di Berlusconi – si è permesso di pubblicare un articolo dal titolo
molto chiaro: “Monti non è adatto (unfit) a guidare l’Italia”, nel quale
richiama le gravi conseguenze dell’eccessivo rigore imposto al paese ed assegna
a Mario Draghi il merito di aver riportato a livelli più sopportabili lo
spread.
Naturalmente il Professore
ha immediatamente risposto rivendicando a sé – molto modestamente com’è suo
sobrio costume – il merito di aver salvato l’Italia dal baratro in cui stava
precipitando e con ciò anche tutta l’eurozona. A noi questa affermazione
ricorda invece certi film d’avventure. L’Italia era al bordo del baratro, Monti
le ha dato la giusta spintarella ed ora la poveretta è angosciosamente
attaccata a qualche cespuglio nella speranza che qualcuno la tiri fuori dai
guai. Affermare di aver rimesso in ordine il paese ci sembra quanto meno un po’
esagerato, viste le cifre e le previsioni recentemente pubblicate da Bankitalia
e riprese anche dal Fondo Monetario.
Altro divertente episodio
si è avuto quando il Presidente del Consiglio – uscente – ha affermato, nel
corso della sua campagna elettorale, che non si può lasciare che il paese sia
governato da “incapaci”. Su questa affermazione possiamo evidentemente essere
tutti d’accordo; quello che stupisce è che un simile principio assomigli troppo
ad un consiglio: “non votate il mio raggruppamento”. Infatti, a parte i severi
giudizi emessi dalla Banca d’Italia, da organismi internazionali ed ultimamente
anche dal Financial Times, come si può giudicare “capace” un gruppo che unisce
Fini, Casini ed altri personaggi simili, oltre naturalmente al sullodato
cattedratico i cui risultati sono noti? E poi, se vuole solo persone capaci,
come mai non ha candidato nessuno dei suoi ex ministri?
Il Professore continua a
ripetere che il rigore che ha messo in difficoltà gli italiani va assolutamente
corretto ed anche le infime riforme tentate non vanno bene, D’altra parte
afferma che tutto ciò fu esplicitamente richiesto dall’Europa: non sapevamo
che, oltre al nome Angela, la Merkel si chiamasse anche Europa.
Per dimostrare una volta
ancora quanto egli sia aperto a qualunque critica, il Professore ha partecipato
qualche giorno fa ad una trasmissione televisiva, Ballarò, ove abitualmente
vengono messi faccia a faccia esponenti di diverse opinioni politiche. Nella
prima parte si è avuto il solito dibattito, cui peraltro non era presente il
Presidente del Consiglio. Quando è stato il suo turno, tutti gli altri invitati
sono stati fatti uscire, in modo che il Professore non fosse disturbato da
eventuali domande o contestazioni, che come è noto non gli sono particolarmente
graditi.
D’altra parte è ben nota a
tutti la sua viscerale intolleranza nei confronti del volgo, formato da stupidi
ed incapaci, a tal punto che, per evitare di sottoporsi, attraverso un regolare
confronto elettorale, ha preferito darsi alla politica attiva, ma dalla sua
posizione di non eletto, di nominato. Del resto tutto questo rende
comprensibile la sua ammirazione per l’Unione Europea, organizzazione
esclusivamente burocratica da nessun popolo votata e che impone la propria
volontà indiscussa a tutti gli stati membri senza alcun controllo democratico.
In mancanza di meglio, l’emerito Accademico si adegua ai diktat di una
Cancelliera, eletta sì, ma non dal popolo italiano, al quale suona come una
beffa l’articolo 1 della Costituzione che gli attribuisce la sovranità.
Il Bertoldo
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