25 gennaio 2013

Episodi


In una precedente occasione ci siamo ripromessi di lasciar perdere le sofisticate analisi dei programmi elettorali, che sofisticati non sono di certo, e che ormai sono sempre uguali da decenni e per tutte le tendenze, e di rilevare invece qualche episodio degno di commento e talvolta di una buona risata.
Il Financial Times – ritenuto ufficialmente molto autorevole quando parla male del centro destra e soprattutto di Berlusconi – si è permesso di pubblicare un articolo dal titolo molto chiaro: “Monti non è adatto (unfit) a guidare l’Italia”, nel quale richiama le gravi conseguenze dell’eccessivo rigore imposto al paese ed assegna a Mario Draghi il merito di aver riportato a livelli più sopportabili lo spread.
Naturalmente il Professore ha immediatamente risposto rivendicando a sé – molto modestamente com’è suo sobrio costume – il merito di aver salvato l’Italia dal baratro in cui stava precipitando e con ciò anche tutta l’eurozona. A noi questa affermazione ricorda invece certi film d’avventure. L’Italia era al bordo del baratro, Monti le ha dato la giusta spintarella ed ora la poveretta è angosciosamente attaccata a qualche cespuglio nella speranza che qualcuno la tiri fuori dai guai. Affermare di aver rimesso in ordine il paese ci sembra quanto meno un po’ esagerato, viste le cifre e le previsioni recentemente pubblicate da Bankitalia e riprese anche dal Fondo Monetario.
Altro divertente episodio si è avuto quando il Presidente del Consiglio – uscente – ha affermato, nel corso della sua campagna elettorale, che non si può lasciare che il paese sia governato da “incapaci”. Su questa affermazione possiamo evidentemente essere tutti d’accordo; quello che stupisce è che un simile principio assomigli troppo ad un consiglio: “non votate il mio raggruppamento”. Infatti, a parte i severi giudizi emessi dalla Banca d’Italia, da organismi internazionali ed ultimamente anche dal Financial Times, come si può giudicare “capace” un gruppo che unisce Fini, Casini ed altri personaggi simili, oltre naturalmente al sullodato cattedratico i cui risultati sono noti? E poi, se vuole solo persone capaci, come mai non ha candidato nessuno dei suoi ex ministri?
Il Professore continua a ripetere che il rigore che ha messo in difficoltà gli italiani va assolutamente corretto ed anche le infime riforme tentate non vanno bene, D’altra parte afferma che tutto ciò fu esplicitamente richiesto dall’Europa: non sapevamo che, oltre al nome Angela, la Merkel si chiamasse anche Europa.
Per dimostrare una volta ancora quanto egli sia aperto a qualunque critica, il Professore ha partecipato qualche giorno fa ad una trasmissione televisiva, Ballarò, ove abitualmente vengono messi faccia a faccia esponenti di diverse opinioni politiche. Nella prima parte si è avuto il solito dibattito, cui peraltro non era presente il Presidente del Consiglio. Quando è stato il suo turno, tutti gli altri invitati sono stati fatti uscire, in modo che il Professore non fosse disturbato da eventuali domande o contestazioni, che come è noto non gli sono particolarmente graditi.
D’altra parte è ben nota a tutti la sua viscerale intolleranza nei confronti del volgo, formato da stupidi ed incapaci, a tal punto che, per evitare di sottoporsi, attraverso un regolare confronto elettorale, ha preferito darsi alla politica attiva, ma dalla sua posizione di non eletto, di nominato. Del resto tutto questo rende comprensibile la sua ammirazione per l’Unione Europea, organizzazione esclusivamente burocratica da nessun popolo votata e che impone la propria volontà indiscussa a tutti gli stati membri senza alcun controllo democratico. In mancanza di meglio, l’emerito Accademico si adegua ai diktat di una Cancelliera, eletta sì, ma non dal popolo italiano, al quale suona come una beffa l’articolo 1 della Costituzione che gli attribuisce la sovranità.
 Il Bertoldo

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