La
campagna elettorale, sia pure in forma ufficiosa, è ormai iniziata e tutti i
leader dei vari partiti, coalizioni, movimenti e formazioni varie si stanno
dando un gran daffare per cercare di arraffare qualche voto. Interviste a giornali,
comparsate varie in televisione, messaggi su Twitter, Facebook ed eventuali
altri “social networks” sono ormai all’ordine del giorno, non sempre con
l’atteso successo.
Da
questi primi assaggi va detto
sinceramente che, malgrado tutti si proclamino esponenti del “nuovo” (anche se
sono in politica da venti o trent’anni, qualcuno addirittura da quaranta) di
nuovo finora non si è visto nulla o ben poco. I programmi sono gli stessi da
decenni, anche se qualcuno, in vena di novità, si compiace di definire il
proprio con il termine “agenda”: meno tasse, grande interesse per i giovani, le
donne, la famiglia, riforme (quali?), aggiornamento della Costituzione, più
lavoro, più progresso economico, più solidarietà e socialità, far pagare ai
ricchi la colpa di avere quattrini, anche se onestamente e regolarmente
accumulati.
Le
uniche novità, annunciate dalla sinistra, riguardano le unioni gay e
l’adottabilità di bambini da parte di queste e la concessione della
cittadinanza ai nati da genitori stranieri in Italia, abolendo lo “jus
sanguinis” per sostituirlo con lo “jus soli”. Per quanto riguarda quest’ultima
proposta gli autori dimenticano che lo jus soli è tipico dei paesi che
necessitano di incrementare l’immigrazione, cosa che non sembra essere
l’esigenza primaria del nostro paese, che diverrebbe meta preferita di
innumerevoli torme di donne incinte extracomunitarie.
Comunque
nulla di veramente nuovo sotto il sole, ed è inutile perdere tempo a commentare
i libri delle sempreverdi promesse, mai mantenute. Ciò che invece può divertire
sono alcune uscite infelici o semplicemente comiche dei protagonisti dello
show.
Il
professor Mario Monti ha dichiarato in una intervista che il pensiero che
occupa di più la sua mente è lo “spread”. Questa affermazione suscita in noi un
dubbio. Si tratta forse del pensiero del suo nipotino, che come ha
spiritosamente (?) precisato in una precedente occasione è così soprannominato
dai suoi compagni? Oppure si riferisce ad un altro spread, quello che in tutti
i sondaggi separa la sua variopinta compagine dal suo principale avversario
dichiarato, il centro destra? Se questa è la vera sua preoccupazione, con i
poteri taumaturgici di cui spesso si è vantato e che hanno così
significativamente ridotto l’altro spread (cosa c’entra l’altro Mario, quello
di Francoforte?) non dovrebbe aver problemi non solo a ridurlo, ma addirittura
ad azzerarlo e ad invertirne il segno.
Un
altro bizzarro elemento sta animando il panorama elettorale. Il Presidente
Fini, di cui è noto l’attaccamento alla parola data, la fedeltà all’opinione
dei cittadini che l’hanno eletto, la sincerità disarmante in ogni occasione,
politica od immobiliare che sia, esige da coloro che verranno candidati nelle
sue liste l’impegno scritto a lasciare l’incarico qualora dovessero decidere,
una volta eletti, di cambiare casacca. A prescindere da ogni considerazione
d’altro genere, stupisce che il Presidente della Camera pensi di far
sottoscrivere ai propri eventuali parlamentari un impegno in contrasto con la
Costituzione vigente, che libera da ogni vincolo di mandato gli eletti.
Altri
gustosi episodi non mancheranno, e cercheremo di annotarli, tralasciando i
barbosi discorsi preelettorali che assomigliano troppo a certi programmi
televisivi che ripropongono continuamente certi vecchi film, spesso non
particolarmente degni di essere rivisti.
Il Bertoldo
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