Ormai impegnato a
fondo nella propria campagna elettorale il “Professor dalla triste Figura” ha
mostrato all’Italia intera quanto il suo “spirito democratico” sia alquanto
scarso. E’ vero che lui appartiene a quella ristretta cerchia di superuomini
che non possono accettare di essere considerati al livello dei comuni mortali,
ignoranti, stupidi e soprattutto privi di carisma – che invece abbonda nei suoi
pari - ed incapaci di addormentare il pubblico quando parlano: in fondo il Professore
appartiene a quella limitata cerchia di persone che non si possono giudicare,
perché si sono già giudicate da sole, assegnandosi il massimo dei voti.
Quindi il
Professore può permettersi di insultare chi non è d’accordo con lui – vedi la
presa in giro dell’ex ministro Brunetta, deriso perché di piccola statura, che
secondo l’Unto del Signore, sarebbe anche indice di bassa intelligenza e
capacità, o la richiesta rivolta a Bersani di zittire il PD Fassina, per aver
osato criticare la politica dell’infallibile Monti – mentre ovviamente non
tollera la minima critica a quanto da lui deciso od affermato.
Per fornire
un’ulteriore esempio della propria innata cortesia, del tutto esente da ogni
forma di presunzione o boria, ricordiamo che ieri aveva convocato una
conferenza stampa per comunicare le modalità della propria “salita” nell’agone
politico. Non contento di essersi presentato con tre quarti d’ora di ritardo,
ha spiegato per sì e no dieci minuti ciò che era stato deciso con i suoi
alleati (Casini, Fini e Montezemolo), precisando, con la sua innata modestia,
di non essere disposto a fare il ministro di nessuno, ma solo il Presidente del
Consiglio. Subito dopo se ne è andato senza rispondere ad alcuna domanda dei
giornalisti intervenuti. Questa sì che è
una manifestazione di “stile”!
E nelle proprie
affermazioni non esita a raccontare menzogne, come quando ha affermato che
sotto la sua illuminata guida il debito pubblico è diminuito, oppure quando
afferma che sta lavorando per favorire la ripresa del paese, mentre l’unica
cosa che ha saputo fare è stata quella di affliggere il paese con una
sventagliata di nuove tasse – e la serie continua - e di istituire un vero e
proprio stato di polizia fiscale – e non solo -
secondo le indicazioni a suo dire dell’Europa, in realtà seguendo i
consigli della Cancelliera germanica, cresciuta ed educata nella Germania
dell’Est di non rimpianta memoria.
Parafrasando il
Pascoli, possiamo definire il Professore:
“Il
Tassator scortese, re delle tasse, che l’Italia appesta”.
Il Bertoldo
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