07 gennaio 2013

Il Tassator Scortese


Ormai impegnato a fondo nella propria campagna elettorale il “Professor dalla triste Figura” ha mostrato all’Italia intera quanto il suo “spirito democratico” sia alquanto scarso. E’ vero che lui appartiene a quella ristretta cerchia di superuomini che non possono accettare di essere considerati al livello dei comuni mortali, ignoranti, stupidi e soprattutto privi di carisma – che invece abbonda nei suoi pari - ed incapaci di addormentare il pubblico quando parlano: in fondo il Professore appartiene a quella limitata cerchia di persone che non si possono giudicare, perché si sono già giudicate da sole, assegnandosi il massimo dei voti.
Quindi il Professore può permettersi di insultare chi non è d’accordo con lui – vedi la presa in giro dell’ex ministro Brunetta, deriso perché di piccola statura, che secondo l’Unto del Signore, sarebbe anche indice di bassa intelligenza e capacità, o la richiesta rivolta a Bersani di zittire il PD Fassina, per aver osato criticare la politica dell’infallibile Monti – mentre ovviamente non tollera la minima critica a quanto da lui deciso od affermato.
Per fornire un’ulteriore esempio della propria innata cortesia, del tutto esente da ogni forma di presunzione o boria, ricordiamo che ieri aveva convocato una conferenza stampa per comunicare le modalità della propria “salita” nell’agone politico. Non contento di essersi presentato con tre quarti d’ora di ritardo, ha spiegato per sì e no dieci minuti ciò che era stato deciso con i suoi alleati (Casini, Fini e Montezemolo), precisando, con la sua innata modestia, di non essere disposto a fare il ministro di nessuno, ma solo il Presidente del Consiglio. Subito dopo se ne è andato senza rispondere ad alcuna domanda dei giornalisti intervenuti.  Questa sì che è una manifestazione di “stile”!
E nelle proprie affermazioni non esita a raccontare menzogne, come quando ha affermato che sotto la sua illuminata guida il debito pubblico è diminuito, oppure quando afferma che sta lavorando per favorire la ripresa del paese, mentre l’unica cosa che ha saputo fare è stata quella di affliggere il paese con una sventagliata di nuove tasse – e la serie continua - e di istituire un vero e proprio stato di polizia fiscale – e non solo -  secondo le indicazioni a suo dire dell’Europa, in realtà seguendo i consigli della Cancelliera germanica, cresciuta ed educata nella Germania dell’Est di non rimpianta memoria.
Parafrasando il Pascoli, possiamo definire il Professore:
“Il Tassator scortese, re delle tasse, che l’Italia appesta”.

Il Bertoldo

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