11 gennaio 2013

Unanimita'


Da più di un anno ormai il Professor Mario Monti, chiamato dal presidente Napolitano - su evidente suggerimento della Cancelliera Angela Merkel - a formare un governo tecnico, ci ripete instancabilmente che senza il suo illuminato intervento e senza l'appoggio dell'Europa il nostro paese sarebbe precipitato nel baratro propiziato dalle insane politiche dei governi politici che hanno male amministrato l'Italia da decenni.

La sua ricetta per il risanamento del paese, in linea con le richieste dell'Europa e soprattutto del governo tedesco (innumerevoli sono stati i viaggi del Nostro a Berlino per prendere ordini e farsi assegnare i “compiti a casa”) consisteva essenzialmente in una stretta fiscale senza precedenti, incurante delle conseguenze gravissime che ciò stava avendo per l'economia tutta: recessione, disoccupazione, debito pubblico alle stelle, fallimenti a catena e simili tragedie.

Anche il suo incarico è ormai giunto alla fine, e - contrariamente a quanto aveva più volte dichiarato - il Professore (ormai Senatore a vita) ha deciso che la propria opera era indispensabile per un rinnovo completo del nostro paese e per non privare l'Italia della sua indiscutibile saggezza e sapienza: quindi, pur senza partecipare direttamente alle elezioni, in quanto evidentemente ritiene poco dignitoso sottoporre una propria candidatura al giudizio della plebe incolta e stupida, sponsorizza una partecipazione alle elezioni con delle liste a lui stesso intitolate, capeggiate da alcuni soci particolarmente stimati da tutti: Casini e Fini. 

Proprio in questi giorni in vari ambienti internazionali, primo fra tutti il Fondo Monetario, seguito da molta di quella stampa che normalmente viene ritenuta particolarmente autorevole e da un certo numero di eminenti economisti, fra cui alcuni premi Nobel, è iniziato un profondo esame critico di quanto è stato messo in opera dall'Europa al fine di regolarizzare l'economia, i conti pubblici, e rilanciare lo sviluppo. E l'esame è stato assolutamente impietoso. Si è fatto notare che, di questo passo, l'Europa, e soprattutto i paesi più in crisi, si stanno avvitando in una spirale da cui sarà estremamente difficile uscire.

In sostanza, condanna senza appello delle insensate politiche di rigore, di tassazione esasperata, di non riduzione e razionalizzazione della spesa che, a dire del Professore sarebbero state decise dalla UE e sopportate dall'appoggio del socio "virtuoso" Germania. Al coro di critiche si è unito in questi giorni un cattedratico insigne: il professor Mario Monti, che ha dichiarato pubblicamente, per fare un esempio, che l'IMU, così com'è è molto mal fatta e va riformata, che le tasse devono essere ridotte, che la riforma del lavoro va profondamente rivista, eccetera. Non si è però chiesto chi avesse proposto e fatto approvare simili sconcezze.

E pensare che solo pochi giorni fa aveva affermato di non capire Berlusconi perché un giorno dice una cosa e l'indomani il suo contrario!

La nostra modesta impressione è che il Senatore a vita, che non intende affatto fare il ministro qualunque, ma accetterebbe solamente un incarico di Presidente del Consiglio (noblesse oblige), l’unico al suo livello, si sia reso conto, forse un po' tardi, che la Cancelliera Angela Merkel può sì nominare un premier in Italia - con la collaborazione dell'ex PCI Napolitano - ma non ha, almeno per ora diritto di voto nel nostro paese.

In qualche modo il professore vuole essere sempre in prima fila, persino quando si tratta di criticare quello che il suo governo ha fatto. Ma in realtà il suo motto sembra ricalcare una famosa frase di Cartesio, con qualche modifica: "Tasso, ergo sum". 

E per quanto riguarda un suo nuovo incarico: "Spes ultima dea".

Il Bertoldo

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