Da più di un anno ormai il Professor
Mario Monti, chiamato dal presidente Napolitano - su evidente suggerimento
della Cancelliera Angela Merkel - a formare un governo tecnico, ci ripete
instancabilmente che senza il suo illuminato intervento e senza l'appoggio
dell'Europa il nostro paese sarebbe precipitato nel baratro propiziato dalle
insane politiche dei governi politici che hanno male amministrato l'Italia da
decenni.
La sua ricetta per il risanamento del
paese, in linea con le richieste dell'Europa e soprattutto del governo tedesco
(innumerevoli sono stati i viaggi del Nostro a Berlino per prendere ordini e
farsi assegnare i “compiti a casa”) consisteva essenzialmente in una stretta
fiscale senza precedenti, incurante delle conseguenze gravissime che ciò stava
avendo per l'economia tutta: recessione, disoccupazione, debito pubblico alle
stelle, fallimenti a catena e simili tragedie.
Anche il suo incarico è ormai giunto alla
fine, e - contrariamente a quanto aveva più volte dichiarato - il Professore
(ormai Senatore a vita) ha deciso che la propria opera era indispensabile per
un rinnovo completo del nostro paese e per non privare l'Italia della sua
indiscutibile saggezza e sapienza: quindi, pur senza partecipare direttamente
alle elezioni, in quanto evidentemente ritiene poco dignitoso sottoporre una
propria candidatura al giudizio della plebe incolta e stupida, sponsorizza una
partecipazione alle elezioni con delle liste a lui stesso intitolate,
capeggiate da alcuni soci particolarmente stimati da tutti: Casini e Fini.
Proprio in questi giorni in vari ambienti
internazionali, primo fra tutti il Fondo Monetario, seguito da molta di quella
stampa che normalmente viene ritenuta particolarmente autorevole e da un certo
numero di eminenti economisti, fra cui alcuni premi Nobel, è iniziato un
profondo esame critico di quanto è stato messo in opera dall'Europa al fine di
regolarizzare l'economia, i conti pubblici, e rilanciare lo sviluppo. E l'esame
è stato assolutamente impietoso. Si è fatto notare che, di questo passo,
l'Europa, e soprattutto i paesi più in crisi, si stanno avvitando in una
spirale da cui sarà estremamente difficile uscire.
In sostanza, condanna senza appello delle
insensate politiche di rigore, di tassazione esasperata, di non riduzione e
razionalizzazione della spesa che, a dire del Professore sarebbero state decise
dalla UE e sopportate dall'appoggio del socio "virtuoso" Germania. Al
coro di critiche si è unito in questi giorni un cattedratico insigne: il
professor Mario Monti, che ha dichiarato pubblicamente, per fare un esempio,
che l'IMU, così com'è è molto mal fatta e va riformata, che le tasse devono
essere ridotte, che la riforma del lavoro va profondamente rivista, eccetera.
Non si è però chiesto chi avesse proposto e fatto approvare simili sconcezze.
E pensare che solo pochi giorni fa aveva
affermato di non capire Berlusconi perché un giorno dice una cosa e l'indomani
il suo contrario!
La nostra modesta impressione è che il
Senatore a vita, che non intende affatto fare il ministro qualunque, ma
accetterebbe solamente un incarico di Presidente del Consiglio (noblesse
oblige), l’unico al suo livello, si sia reso conto, forse un po' tardi, che la
Cancelliera Angela Merkel può sì nominare un premier in Italia - con la collaborazione
dell'ex PCI Napolitano - ma non ha, almeno per ora diritto di voto nel nostro
paese.
In qualche modo il professore vuole
essere sempre in prima fila, persino quando si tratta di criticare quello che
il suo governo ha fatto. Ma in realtà il suo motto sembra ricalcare una famosa
frase di Cartesio, con qualche modifica: "Tasso, ergo sum".
E per quanto riguarda un suo nuovo
incarico: "Spes ultima dea".
Il Bertoldo
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