Durante la scorsa campagna
elettorale molti fra i cosiddetti media internazionali hanno cercato di ficcare
il naso (lungo come quello di Pinocchio) negli affari interni italiani, in
smaccato sostegno dell’esimio Professore. Ma non si trattò solo dei mezzi di
comunicazione stranieri – evidentemente istigati da certa stampa italiana ben
nota per l’obbiettività e lo scrupoloso rispetto di chi professa idee diverse –
ma anche alcuni esponenti politici, investiti di cariche pubbliche, tedeschi ed
europei si comportarono alle stesso modo.
Una volta terminate le
operazioni elettorali con i risultati noti, di nuovo si udirono commenti da
parte di alcuni personaggi ufficiali tedeschi che qualificarono gli italiani di
pagliacci (clowns per chi vuol essere linguisticamente alla moda). La cosa
sembra piuttosto in contrasto con le ripetute affermazioni del governo ancora
in carica e di molta stampa schierata a sinistra secondo cui, sotto
l’illuminata guida dei “tecnici”, il paese avrebbe riacquistato quel prestigio
e rispetto internazionali che il deplorevole governo di centro destra aveva
trascinato nella polvere.
Il dignitoso e pavido “uomo
in loden”, che tante entrature vanta in Germania, più come scolaretto diligente
ed ubbidiente che come statista, non ha proferito parola. Può darsi che egli
condivida l’opinione dei suoi mentori tedeschi (non si capisce se ciò per aver
votato in massa Grillo e Berlusconi, o per aver votato, sia pure con molta
moderazione, un raggruppamento che includeva Fini e Casini), ma, nella sua
posizione di Presidente del Consiglio, una parola avrebbe dovuto e potuto
dirla. Tutta la sua sicumera sembra svanita, forse per lo stordimento
provocatogli dal KO inflittogli dagli elettori.
Lo stesso si dica del
Ministro degli esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, che s’è rinchiuso in un
totale silenzio, evidentemente per il timore di sembrare troppo interessato
alla difesa della dignità italiana. Sembra che tale comportamento gli sia
particolarmente congeniale, come ha dimostrato in occasione della vicenda dei
due marò.
Per lo meno il Presidente
Napolitano, in visita ufficiale in Germania, non ha esitato a protestare,
chiedendo “rispetto” per l’Italia e gli italiani e rifiutandosi di incontrare
gli autori dell’insolente definizione.
Il Bertoldo
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