25 marzo 2013

Emergenze


Com’è noto a tutti, il nostro paese, come e peggio di altri, sta attraversando una grave crisi. Prima, durante e dopo la campagna elettorale questo è stato un argomento sul quale tutti i partiti, ed in special modo i loro leaders, hanno molto insistito. Le analisi sia della classe politica sia dei commentatori, e persino dei comuni cittadini hanno precisato che si tratta innanzi tutto di una pesantissima crisi economica, una vera emergenza, aggravatasi recentemente per il saggio contributo dei “tecnici”; si nota anche una grave crisi istituzionale e seri problemi di struttura ed organizzazione dello stato: per questo tutti insistono sulla necessità di realizzare riforme importanti, anche se di cosa si tratti nessuno ha voluto precisare, mantenendo uno stretto riserbo in merito.
Naturalmente i vari esponenti politici, secondo le proprie convinzioni ed ideologie,  hanno proposto differenti programmi per uscire dall’impasse, e soprattutto l’ordine delle priorità è molto diverso da un partito all’altro. Il paese, si sa, esige meno tasse, lavoro, ripresa economica. In questo senso il programma più originale è senza dubbio quello esposto dall’onorevole Bersani, di recente incaricato dal Presidente della Repubblica di esplorare la possibilità di formare un governo con una maggioranza sicura nelle due Camere.
L’ordine di priorità del segretario PD vede al primo posto una legge sull’ineleggibilità, evidentemente al fine di mettere fuori gioco l’unico avversario che lui ritiene pericoloso. Verrebbero poi urgenti leggi sul conflitto di interessi (sempre in vista dell’eliminazione di Berlusconi), le unioni omosessuali, la cittadinanza ai figli degli  immigrati – anche se clandestini ed abusivi – nati in Italia, e generiche lotte all’evasione ed alla corruzione.  Infine, generiche affermazioni sul lavoro specialmente ai giovani ed alle donne (gli uomini e le persone non più giovanissime non sembrano riscuotere molto interesse).
Dei disoccupati, delle aziende fallite o in procinto di esserlo, dell’insolvenza prolungata dello stato nei confronti dei suoi fornitori, delle restrizioni del credito,  della inefficienza ormai consolidata della burocrazia e della magistratura, dei giganteschi sprechi non glie ne importa nulla: non sono certo questioni che contribuiscano a mettere fuori gioco il suo avversario Berlusconi e quindi non interessano. Persino la segretaria CGIL, di stretta osservanza sinistrorsa, la signora Susanna Camusso, lo ha invitato ad “occuparsi di economia reale”: ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, come recita un noto proverbio. 

Il Bertoldo

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