Com’è
noto a tutti, il nostro paese, come e peggio di altri, sta attraversando una
grave crisi. Prima, durante e dopo la campagna elettorale questo è stato un
argomento sul quale tutti i partiti, ed in special modo i loro leaders, hanno
molto insistito. Le analisi sia della classe politica sia dei commentatori, e
persino dei comuni cittadini hanno precisato che si tratta innanzi tutto di una
pesantissima crisi economica, una vera emergenza, aggravatasi recentemente per
il saggio contributo dei “tecnici”; si nota anche una grave crisi istituzionale
e seri problemi di struttura ed organizzazione dello stato: per questo tutti
insistono sulla necessità di realizzare riforme importanti, anche se di cosa si
tratti nessuno ha voluto precisare, mantenendo uno stretto riserbo in merito.
Naturalmente
i vari esponenti politici, secondo le proprie convinzioni ed ideologie, hanno proposto differenti programmi per
uscire dall’impasse, e soprattutto l’ordine delle priorità è molto diverso da
un partito all’altro. Il paese, si sa, esige meno tasse, lavoro, ripresa
economica. In questo senso il programma più originale è senza dubbio quello
esposto dall’onorevole Bersani, di recente incaricato dal Presidente della
Repubblica di esplorare la possibilità di formare un governo con una
maggioranza sicura nelle due Camere.
L’ordine
di priorità del segretario PD vede al primo posto una legge
sull’ineleggibilità, evidentemente al fine di mettere fuori gioco l’unico
avversario che lui ritiene pericoloso. Verrebbero poi urgenti leggi sul
conflitto di interessi (sempre in vista dell’eliminazione di Berlusconi), le
unioni omosessuali, la cittadinanza ai figli degli immigrati – anche se clandestini ed abusivi –
nati in Italia, e generiche lotte all’evasione ed alla corruzione. Infine, generiche affermazioni sul lavoro
specialmente ai giovani ed alle donne (gli uomini e le persone non più
giovanissime non sembrano riscuotere molto interesse).
Dei
disoccupati, delle aziende fallite o in procinto di esserlo, dell’insolvenza
prolungata dello stato nei confronti dei suoi fornitori, delle restrizioni del
credito, della inefficienza ormai
consolidata della burocrazia e della magistratura, dei giganteschi sprechi non
glie ne importa nulla: non sono certo questioni che contribuiscano a mettere
fuori gioco il suo avversario Berlusconi e quindi non interessano. Persino la
segretaria CGIL, di stretta osservanza sinistrorsa, la signora Susanna Camusso,
lo ha invitato ad “occuparsi di economia reale”: ma non c’è peggior sordo di
chi non vuol sentire, come recita un noto proverbio.
Il Bertoldo
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