La settimana che
oggi termina ha assistito a vari eventi importanti. Il Conclave per l’elezione
del Pontefice Romano si è concluso dopo due sole fumate nere ed una fumata
bianca, ad annunziare al mondo che un accordo era stato raggiunto fra i
cardinali riuniti.
Un paio di giorni
più tardi si sono riunite le due Camere recentemente rinnovate per l’elezione
dei rispettivi Presidenti. Alla Camera
dei Deputati, dopo tre fumate nere
(votazioni nulle) si è verificato un fenomeno non nuovo: una fumata “rossa” ad
annunciare al mondo che era stato nominato un nuovo Presidente, appartenente al
SEL, il partito guidato da Nichi Vendola ed alleato del PD.. La cosa non
stupisce, considerando che l’alleanza di centro sinistra dispone alla Camera della maggioranza assoluta. Stupisce che
tutta la manfrina non si sia conclusa subito.
Al Senato invece,
dove nessuno dispone neppure di una parvenza di maggioranza, né, almeno per il
momento, si sono delineate alleanze in grado di decidere, si sono susseguite tre
fumate nere. Si è quindi passati, a termini di regolamento, al ballottaggio fra
i primi due più votati nell’ultima votazione: Grasso, ex magistrato, e
Schifani, ex presidente del Senato. E’ risultato vincitore Grasso, come era
prevedibile, grazie verosimilmente alla defezione di alcuni grillini, cui era
stata imposta l’astensione.
Per chi non se ne
fosse reso conto, va precisato che, mentre per le fumate del Conclave si
trattava di vere e proprie fumate, nere o bianche che fossero e quindi
teoricamente inquinanti per l’ambiente, per quanto riguarda il Parlamento
italiano non si è verificato alcuna effettiva fumata, nera, bianca o rossa,
inquinante per l’ambiente esterno. Nel Parlamento italiano i fattori veramente
inquinanti sono interni e vengono ahimè gelosamente conservati da decenni.
D’altra parte non
sono tanto i fumi, reali o metaforici, in occasione delle elezioni a
particolari cariche a preoccuparci. In fondo quasi tutti i politici sono, in
maggiore o minor misura, dei venditori di fumo. Ma negli ultimi mesi sono stati
surclassati da un outsider, che si è aggiudicato senza dubbio il primato
stagionale. Si tratta di quell’insulso pseudo economista che, “salito” in
politica ma senza correre alcun rischio, dato che ha la poltrona assicurata -
ed ha ottenuto un solenne fiasco – ora ha cercato di continuare la sua “salita”
brigando il posto di presidente del senato,
fortunatamente bloccato in questa impresa dal Presidente della
Repubblica. Sarebbe stato il primo presidente non eletto di un’assemblea elettiva:
bell’esempio di senso democratico.
Ma la cortina di
fumo più spessa è stata da lui disposta a difesa del suo operato come
Presidente del Consiglio. Stando alle sue dichiarazioni, la sua gestione si è
conclusa con un grande successo: a noi non sembra che così si possano definire
le condizioni in cui si trovano l’economia e la finanza italiane. Tanto per
fare un esempio, l’attività del governo “tecnico” ha provocato un aumento del
debito pubblico di poco meno di 140 miliardi di euro (poco meno del 9% del
PIL). Dato che il deficit di bilancio, che normalmente viene finanziato
ricorrendo al debito, supererebbe di poco i 40 miliardi, ci si domanda: dove
sono finiti ed a cosa sono serviti i novanta/cento miliardi mancanti?
Con una tale somma
si sarebbe potuto agevolmente azzerare i debiti delle pubbliche amministrazioni
nei confronti delle aziende fornitrici, e l‘immissione nel sistema di tanta
liquidità avrebbe dato una sferzata a tutta l’economia, sopperendo alle carenze
del credito bancario. Invece nessuna spiegazione è stata data, e neppure, ad
onor del vero, è stata chiesta né dalla politica, interessata soprattutto ai
propri meschini interessi di bottega, né dai mezzi di comunicazione,
interessati soprattutto a pettegolezzi senza senso.
L’unica ipotesi che
si presenta alla mente è che tali somme siano state versate a qualche fondo
europeo per i paesi in difficoltà: perché non ci si informa sia sulla eventuale
composizione di tali fondi, sia sul loro uso?
Fumo, sempre molto
fumo, ma l’arrosto non lo si vede proprio. Oppure se lo sta godendo chi ci ha
assegnato i “compiti a casa”.
Il Bertoldo
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