Ogni
giorno apprendiamo che delinquenti colti sul fatto vengono lasciati liberi per
“decorrenza dei termini” (a chi spetta l’onere di rispettare i termini?). Allo
stesso modo non si puniscono malfattori colpevoli di gravi reati perché “poveretti”,
cresciuti in famiglie disagiate, rom, nomadi, clandestini, miserabili eccetera.
Per quanto riguarda la giustizia civile, assistiamo quotidianamente a società
che falliscono, talvolta con il corollario di suicidi, per non essere riuscite
ad ottenere giustizia in tempi ragionevoli, come peraltro prescrive la
Costituzione.
Abbiamo
notizia di un processo per danni di qualche decina di migliaia di euro, nel
quale i testimoni sono stati sentiti dopo cinque anni, e la sentenza di primo
grado è stata emessa ben sette anni dall’inizio del procedimento.
Sono
poi notizia quotidiana le vicende giudiziarie di molti esponenti politici di
idee non gradite a parte della magistratura. Andreotti, che probabilmente non
ha mai neppure baciato i suoi parenti, incolpato di aver baciato un temibile
capomafia e sottoposto ad un processo dispendiosissimo durato anni e concluso
con l’assoluzione.. E soprattutto Berlusconi. Il suo è un palmarès di tutto
rispetto. Probabilmente mai eguagliato né in Italia né all’estero. Oggetto di
ben venticinque procedimenti giudiziari in meno di vent’anni, con un enorme
dispendio di soldi e di personale, è risultato assolto otto volte, nove volte i
procedimenti sono stati archiviati, in cinque casi i procedimenti si sono
estinti per avvenuta prescrizione, ed in solo tre casi i processi sono in
corso, in alcuni con sentenze di primo o secondo grado, quindi non definitive.
Non
vogliamo essere eccessivamente severi, ma in qualunque organizzazione, salvo la
magistratura italiana, un simile cumulo di insuccessi, per buona parte
attribuibili ai “Saint Just all’amatriciana” della Procura di Milano ed in
particolare alla dottoressa Ilda Boccassini, avrebbe comportato per lo meno dei
provvedimenti a carico dei responsabili di un simile spreco di denaro pubblico
e di diffamazione nei confronti degli inquisiti. Ma nella magistratura italiana
ciò non avviene.
Comunque,
di fronte alle critiche che piovono a proposito di simili comportamenti, ed in
particolar modo per quanto riguarda gli interventi politicamente rilevanti (nel dicembre 2011 la dottoressa Boccassini viene
inclusa dalla rivista statunitense Foreign Policy al 57º posto nella lista
delle personalità nel mondo che nel corso del 2011 hanno influenzato
l'andamento del mondo nella politica, nell'economia, negli esteri) vari
esponenti di rilievo della magistratura hanno solennemente affermato che queste
critiche delegittimano la magistratura. I lettori possono autonomamente
decidere chi in realtà, non con le parole ma con effettivi comportamenti, delegittima
la magistratura.
Dobbiamo ritenere che ormai sia
stato recepito come inno ufficiale della magistratura un famoso successo di
Patty Pravo: “Nessuno mi può giudicare …”, dato che i giudici sono loro e non
il popolo sovrano.
Il Bertoldo
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