20 maggio 2013

Delegitimazioni


Ogni giorno apprendiamo che delinquenti colti sul fatto vengono lasciati liberi per “decorrenza dei termini” (a chi spetta l’onere di rispettare i termini?). Allo stesso modo non si puniscono malfattori colpevoli di gravi reati perché “poveretti”, cresciuti in famiglie disagiate, rom, nomadi, clandestini, miserabili eccetera. Per quanto riguarda la giustizia civile, assistiamo quotidianamente a società che falliscono, talvolta con il corollario di suicidi, per non essere riuscite ad ottenere giustizia in tempi ragionevoli, come peraltro prescrive la Costituzione.
Abbiamo notizia di un processo per danni di qualche decina di migliaia di euro, nel quale i testimoni sono stati sentiti dopo cinque anni, e la sentenza di primo grado è stata emessa ben sette anni dall’inizio del procedimento.
Sono poi notizia quotidiana le vicende giudiziarie di molti esponenti politici di idee non gradite a parte della magistratura. Andreotti, che probabilmente non ha mai neppure baciato i suoi parenti, incolpato di aver baciato un temibile capomafia e sottoposto ad un processo dispendiosissimo durato anni e concluso con l’assoluzione.. E soprattutto Berlusconi. Il suo è un palmarès di tutto rispetto. Probabilmente mai eguagliato né in Italia né all’estero. Oggetto di ben venticinque procedimenti giudiziari in meno di vent’anni, con un enorme dispendio di soldi e di personale, è risultato assolto otto volte, nove volte i procedimenti sono stati archiviati, in cinque casi i procedimenti si sono estinti per avvenuta prescrizione, ed in solo tre casi i processi sono in corso, in alcuni con sentenze di primo o secondo grado, quindi non definitive.
Non vogliamo essere eccessivamente severi, ma in qualunque organizzazione, salvo la magistratura italiana, un simile cumulo di insuccessi, per buona parte attribuibili ai “Saint Just all’amatriciana” della Procura di Milano ed in particolare alla dottoressa Ilda Boccassini, avrebbe comportato per lo meno dei provvedimenti a carico dei responsabili di un simile spreco di denaro pubblico e di diffamazione nei confronti degli inquisiti. Ma nella magistratura italiana ciò non avviene.
Comunque, di fronte alle critiche che piovono a proposito di simili comportamenti, ed in particolar modo per quanto riguarda gli interventi politicamente rilevanti  (nel dicembre 2011 la dottoressa Boccassini viene inclusa dalla rivista statunitense Foreign Policy al 57º posto nella lista delle personalità nel mondo che nel corso del 2011 hanno influenzato l'andamento del mondo nella politica, nell'economia, negli esteri) vari esponenti di rilievo della magistratura hanno solennemente affermato che queste critiche delegittimano la magistratura. I lettori possono autonomamente decidere chi in realtà, non con le parole ma con effettivi comportamenti, delegittima la magistratura.
Dobbiamo ritenere che ormai sia stato recepito come inno ufficiale della magistratura un famoso successo di Patty Pravo: “Nessuno mi può giudicare …”, dato che i giudici sono loro e non il popolo sovrano.
Il Bertoldo

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