11 giugno 2013

Speranze Vane

Uno dei chiodi fissi delle sinistre e movimenti assimilati è da moltissimo tempo come escludere dalla vita politica italiana Silvio Berlusconi. Visto che non sono praticamente mai riusciti in modo convincente a batterlo attraverso le normali elezioni, ed anzi il “nemico” si è dimostrato capace di incredibili recuperi anche quando sembrava ormai spacciato, da tempo si cerca di eliminarlo per via giudiziaria. Il procedimento sembra perfettamente il linea con l’appellativo “democratico” che figura nella sigla del partito, evidente riferimento al concetto di democrazia utilizzato in molti paesi “diversamente democratici”: “Repubblica Democratica Tedesca”, “Repubblica Democratica del Congo” e simili.
Tuttavia, malgrado l’imponente numero di procedimenti penali cui il nostro è stato sottoposto, finora sono state emesse a suo carico solo un paio di condanne, in primo grado, riferite od al motivo tanto caro alle sinistre “non poteva non sapere” (di solito valido solo per gli avversari) oppure a questioni di moralità privata senza alcuna rilevanza penale effettiva.
Pensa e ripensa si è quindi escogitato un altro marchingegno per eliminare dalla vita politica l’odiato avversario: stabilirne l’ineleggibilità in base ad una legge di oltre cinquant’anni fa. L’idea è parsa subito molto attraente e numerosi sono coloro che pensano di avere così trovato la quadratura del cerchio. Ma a nostro avviso si tratta solo di una speranza. Ammesso che il Parlamento decreti che Silvio Berlusconi è ineleggibile non per ciò dovrà astenersi dallo svolgere attività politica. Abbiamo già un esempio estremamente significativo: Beppe Grillo, che non aspira affatto ad essere eletto, è riuscito in non molto tempo ad ottenere un evidente successo alle elezioni politiche, classificandosi come il primo partito italiano.
In definitiva si può tranquillamente affermare che il proporre l’ineleggibilità di Berlusconi, che non è certo che possa venire approvata, non potrà eliminarlo dalla vita politica: quello che conta, per vincere in politica, è il carisma e non c’è dubbio che il carisma del leader del PDL sia alquanto superiore a quello di Bersani, Rosy Bindi, D’Alema e compagni messi assieme.
 Il Bertoldo

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