Bravo messer ministro. Lei e' il Monaco Zenone coi baffi.
Mi sembra di sentirli tutti alla Farnesina intonare il coro: "Longo lo cammino ma grande la meta. Contro il saracino seguiamo il profeta. Vade retro Satan. Vade retro Satan. Senza armatura, senza paura, senza calzari, senza denari, senza la brocca, senza pagnotta, senza la mappa, senza la pappa"
Ne parlano piu' seriamente
Il Giornale
dal blog il rumore dei miei venti
dal blog Orpheus
E non dimentichiamo questo articolo di Alessandro Corneli.
Messa un po’ in ombra dagli incidenti di Catania, la lettera dei sei ambasciatori accreditati presso lo Stato italiano (di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Paesi Bassi e Romania), spedita agli italiani il 2 febbraio e contenente l’invito a “restare in Afghanistan”, è stata avallata il 5 febbraio dal Dipartimento di Stato, ottenendo una seconda legittimazione che, scavalcando le autorità di riferimento – Governo o più propriamente ministero degli Esteri –, rappresenta un voto di sfiducia sulla politica estera del governo Prodi. E questo ne ha fatto, come ha detto il ministro della Difesa, Arturo Parisi, un caso politico.
Lo stesso Parisi e poi D’Alema l’hanno definita “irritale”; l’entourage di Prodi ha descritto il premier come irritato. Ma Gianfranco Fini ha detto che “non c'è niente di irrituale nella lettera degli ambasciatori all'Italia sull'Afghanistan; invece è irrituale la risposta stizzita di D'Alema, sintomo di una evidente difficoltà politica del governo. Non c'é niente di strano se gli ambasciatori dei governi impegnati come noi con truppe in Afghanistan chiedono al nostro governo di mantenere gli impegni. Dove sono le pressioni indebite? Quello che invece è chiaro a tutte le Cancellerie del mondo, come è chiaro a noi, è che sulla politica estera, sulla Nato, sull'alleanza con gli Stati Uniti ci sono nella maggioranza non pochi liberi pensatori ma almeno tre partiti che sono dichiaratamente anti-Nato, anti-Usa, anti-base di Vicenza. D'altra parte, in politica estera o c'è continuità o c'è discontinuità, una via di mezzo non è data. E c'è un pezzo della maggioranza che non perde occasione per chiedere una forte discontinuità, malgrado gli sforzi che Prodi e D'Alema fanno per far apparire il contrario”.
Appena rientrato dal tour asiatico, D’Alema ha messo in moto la Farnesina, che ha prodotto un comunicato secondo il quale D'Alema ha scritto ai suoi colleghi di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Paesi bassi e Romania per esprimere “sorpresa e disapprovazione” per l'iniziativa della lettera sull'Afghanistan definendola in sostanza una “inopportuna interferenza”.
Il governo rumeno ha smentito il suo ambasciatore e ha chiesto scusa all’Italia; fonti olandesi hanno riferito che il governo italiano era stato informato dell’iniziativa, e il governo britannico…
Beh, non poteva mancare un tocco di umorismo britannico: il Foreign Office, definendo la lettera dei sei ambasciatori un “atto di diplomazia pubblica non insolito”, ha manifestato la sua “sorpresa” per la polemica suscitata in Italia perché, a suo modo di vedere, la lettera intendeva essere “un plauso al governo italiano per il suo impegno a Kabul, un apprezzamento di quanto sia importante il suo ruolo per il successo della missione”. Ci voleva, ma notoriamente la sinistra ha scara propensione per l’umorismo.
Da decenni la sinistra ce l’ha con gli Stati Uniti e solo l’ultima generazione ha dimentica che il Pci sosteneva “Fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia”. Questo humus culturale non si è dissolto anche se è formalmente migrato in altri partiti: Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi. Ma per un’altra parte è rimasto nelle stesse fila dei Ds e di quegli appartenenti alla Margherita che sono democristiani di sinistra, lapiriani, dossettiani, pacifisti, antiamericani.
L’antiberlusconismo non tira più molto, ma l’antiamericanismo ha una radice ideologica più profonda e quindi riemerge.
1 commento:
Grazie della citazione:)
Addirittura ffiancato a dei giornali, mi sento un pò "orgoglione":D
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