08 febbraio 2007

La Magistratura italiana contro gli Stati Uniti

Un Articolo di Alessandro Corneli
Con scarsa fantasia, la sinistra cerca di ripetere contro gli Stati Uniti l’arma usata in Italia contro Berlusconi: la Magistratura.
In questo modo devono leggersi la decisione, di due giorni fa, di andare avanti con il processo a Pollari e agli agenti della Cia sul caso Abu Omar, e la decisione di ieri di processare Mario Luis Lozano, il soldato americano che da un check point sulla Irish Route, a Baghdad, sparò sull' auto dove si trovava Giuliana Sgrena, appena liberata, ed uccise il funzionario del Sismi Nicola Calidari, violando, secondo il Gup di Roma Sante Spinaci, “macroscopicamente le basilari regole di ingaggio”. Secondo Spinaci, l’uccisione di Calidari fu “un delitto oggettivamente politico” e la giurisdizione italiana ha competenza a giudicare Lozano a dispetto di quanti, invocando l' articolo 10 del codice penale (presenza in Italia dello straniero che abbia commesso reati all'estero ai danni di nostri connazionali), rivendicavano lo stato di improcedibilità da parte della magistratura.
Pronta replica del Pentagono, per il quale restano valide le conclusioni dell'inchiesta militare sulla morte di Nicola Calipari, in base alle quali “non era richiesta alcuna altra azione” contro i soldati del check point di Baghdad. Il Pentagono ricorda che spetterà ad altri “elementi del governo statunitense, in particolare il Dipartimento di Stato, discuterne con le autorità appropriate in Italia”.
Conclusione: a partire dal 17 aprile prossimo, la terza Corte di assise di Roma sarà chiamata a pronunciarsi sulle accuse di omicidio volontario e di duplice tentato omicidio (Sgrena e l'autista Andrea Carpani) rivolte al militare americano. Quasi certamente Lozano diserterà il processo dove, in veste di responsabile civile, sarà citato il Dipartimento della Difesa americano.
Estrema sinistra soddisfatta, quindi, anche se spera di potere rovesciare la decisione relativa all’ampliamento della base americana di Vicenza: magari attraverso una decisione unilaterale americana. Oggi D’Alema incontrerà l’ambasciatore americano in Italia. Napolitano ha ricevuto Prodi e il premier ha assicurato che in tempi brevi ci sarà un dibattito parlamentare sulla politica estera. Ma tra Pacs, testamento biologico, legge per reprimere la violenza negli stadi (e fuori?), gli argomenti di discussione e di divisione non mancano.
Per questo il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, ha alzato inusualmente i toni: “Per il bene del Paese è necessario andare al più presto a nuove elezioni politiche”, ha detto, chiedendo che “il governo si dimetta al più presto” perché “in materia di politica estera, di politica economica e fiscale, sulla questioni etiche e perfino in relazione agli assurdi provvedimenti preannunciati sugli stadi, siamo di fronte ad un governo di incapaci e rischioso per gli interessi nazionali che dovrebbe dimettersi al più presto”.
D’accordo anche Roberto Maroni, Lega: “In pochi mesi, il governo Prodi è riuscito ad azzerare la credibilità dell'Italia sul piano internazionale, tanto da indurre i governi di sei paesi, tra i quali gli Stati Uniti e l'Inghilterra, a prendere iniziative diplomatiche senza precedenti contro il nostro Paese. E il vertice di ieri (martedì, ndr) ha solamente rinviato la resa dei conti dentro la sinistra, dove restano immutate le lacerazioni in politica estera”.

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