17 aprile 2007
Un anno disastroso
Un articolo di Amedeo Gentile
Davvero impareggiabile questo Romano Prodi. Impareggiabile nel suo cinismo, nella sua capacità di approfittare dei guai del suo stesso governo per farsi gli affari - in senso stretto - propri. Così, mentre imperversa la bufera sul caso Afghanistan, Prodi e i suoi navigano nel silenzio più totale, praticamente non visti, per risolvere a loro piacimento il caso Telecom. I telegiornali parlano di Afghanistan? Gli amici del premier, quelli di Banca Intesa tentano il blitz su Telecom o meglio ancora su Olimpia, per impedire che Tronchetti Provera venda agli americani. Come se non bastasse, ricomincia a muoversi anche l'amico di D'Alema, Colaninno.
Ma per far quadrare il cerchio, ovviamente sempre lontano dai clamori della politica in altre faccende affaccendata, il ministro Gentiloni ha incontrato il presidente dell'Authority delle comunicazioni, Corrado Calabrò, per decidere un intervento legislativo urgente, da inserire come emendamento nel disegno di legge Bersani, per tagliare le unghie a Tronchetti Provera, separare la rete fissa dalla rete mobile e impedire che l'operazione tra Olimpia e At&t vada a compimento nei termini previsti. Un atto autoritario senza precedenti, un colpo di mano per ingabbiare l'impresa nelle maglie imposte dal governo. E,in conclusione,per fare in modo che le aziende più appetibili e gradite finiscano nelle mani di Prodi, dei suoi cari amici banchieri (che lo stesso premier ha recentemente definito "più puliti degli altri"), con un tozzo di pane anche agli amici di D'Alema, altrimenti i diessini si arrabbiano.
Un quadro preoccupante, non solo per gli scenari futuri ma soprattutto per il cinismo con cui si muove Prodi, capace di disinteressarsi delle sorti del governo in politica estera per pensare solo a se stesso, alle banche, agli amici e agli amici degli amici.
E tutto questo ad un anno esatto dalle elezioni, quando il 59 per cento degli italiani pensa che il governo Prodi cadrà prima della fine della legislatura; lo stesso sondaggio, condotto a maggio 2002 durante il governo Berlusconi, rivelava che solo il 17 per cento degli intervistati era convinto che il governo cadesse prima della fine della legislatura. Alla domanda: "Finora il governo Prodi ha mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale?", il 62,7 per cento risponde di no, il 19,8 per cento sì. A settembre 2006 il no era al 55,3 per cento.
I consensi per il premier restano dunque in caduta libera, con un'opinione pubblica sempre più delusa da un esecutivo disastroso in tutto, dalle scelte fatte in politica estera alle decisioni sui provvedimenti economici, all'incapacità di varare qualsiasi riforma, condannando il Paese a una lunga agonia e dopo aver promesso una "politica del sorriso", ha insistito sul fatto che le medicine sono amare ma bisogna prenderle per quelle che sono, insistendo sul catastrofismo che aveva caratterizzato l'opposizione di sinistra nella passata legislatura, e su queste false basi ha varato una Finanziaria da 40 miliardi di euro col solo intento di costruirsi un "tesoretto". Il famoso tesoretto che come tutti ormai hanno capito serve a Prodi per alimentare le proprie clientele.
Prodi si era presentato come il Robin Hood che doveva far piangere i ricchi per ridistribuire il reddito ai poveri ed invece è come lo Sceriffo di Nottingham, ride solo lui perché fa l'esattore per il tiranno, cioè per se stesso.
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2 commenti:
purtroppo hai riassunto bene la situazione...
altro che Repubblica delle Banane!
:-(
Mauro,
l'articolo e' di Amedeo Gentile coordinatore della Campagna Elettorale per le Circoscrizioni Estere, Forza Italia - Sede Nazionale
Bravissimo!
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