In merito alle trattative in corso relative alla modifica dell’attuale legge sulle pensioni, ed in particolare alla spinosa questione del cosiddetto “scalone”, il segretario CGIL, Epifani, ha dichiarato in buona sostanza che i partiti devono stare fuori dalle trattative che riguardano unicamente il governo ed i sindacati. Evidente il segretario Epifani non ha mai letto la Costituzione, là dove si dice che la sovranità spetta al popolo e che le leggi di spesa le fa il Parlamento, composto dai rappresentanti del popolo, regolarmente eletti, riuniti in partiti.
E’ veramente curioso il concetto che Epifani ha della democrazia. Certe questioni, che comportano certamente pesanti aggravi per i cittadini, sotto forma di tasse e di incertezza sul futuro, non possono essere definite, secondo lui, dagli eletti, ma unicamente da chi eletto non è mai stato da nessuno. Si ha quindi l’impressione che, pur professandosi apertamente di sinistra, voglia ad ogni costo mantenere un atteggiamento assolutamente fascista e corporativo: è infatti noto che, durante il ventennio, tanto aspramente deprecato da Epifani e dai suoi sodali, esisteva la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, certamente non elettiva, in cui i sindacati avevano una forte rappresentanza: gli estremi si toccano, o addirittura coincidono ?
A meno che Epifani , come esempio di democrazia, non abbia in mente le cosiddette “democrazie popolari” di infausta memoria.
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