In occasione della contestazione a Valentino Rossi di una imponente frode fiscale, in quanto si ritiene, da parte dell’amministrazione, che la sua residenza in Gran Bretagna sia soltanto un mezzo per evadere le imposte, e che in realtà la sua residenza fiscale debba essere in Italia, in quanto è in questo paese che hanno sede i suoi legami sociali e famigliari (singolare ragionamento davvero) il vice ministro Visco (sempre lui) ha stigmatizzato il fatto che il Regno Unito, con le proprie leggi, effettuerebbe una illecita concorrenza, sul piano fiscale, nei confronti degli altri paesi dell’Unione Europea.
Prescindendo dal fatto che la Gran Bretagna non è l’unico paese della UE che adotta un sistema fiscale meno opprimente di quello italiano, viene da porsi una domanda: ma uno dei principi fondamentali della UE non è proprio quello di togliere tutte le barriere che si oppongano alla libera circolazione di persone e merci, e soprattutto di incoraggiare una sana concorrenza, senza protezionismi nascosti o palesi, nell’esclusivo interesse dei cittadini ? E per quale recondito motivo tale sana concorrenza dovrebbe limitarsi al settore privato e non applicarsi anche agli stati e quindi soprattutto alle loro regole fiscali, intese in senso lato ?
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