20,000 persone guidati da monaci e monache buddisti hanno protestato ieri a Yangoon contro la giunta militare, chiedendo la liberazione del leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi e altri prigioneri politici, e la riduzione dei prezzi dei combustibili. Altre proteste si sono verificate anche a Mandalay, Shwebo e Monywa.
Per il momento la giunta militare ha reagito con cautela e prudenza, sapendo benissimo che qualsiasi atto di violenza contro i monaci, sarebbe visto come un'oltraggio in un paese dove il 90% della popolazione e buddista.
Secondo alcuni diplomatici, la Cina avrebbe fatto forti pressioni sul governo chiedendo di mantenere la calma per evitare un ulteriore deterioramento e sopratutto violenze.
I militari che si riuniranno tra pochi giorni nella nuova capitale, Naypyidaw, dovrebbero prendere delle decisioni su come affrontare la situazione, sperando che non ci sia una repetizione del 1998, 1990 e 1996, quando le rivolte furono soppresse brutalmente.
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2 commenti:
scus mango,ma la Birmania non ha cambiato nome?....
Fritz
Si chiama Myanmar adesso. Io dico Birmania, Cosi come chiamo Saigon Ho Chi Minh City ecc.......
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