29 ottobre 2007

Il pugnale del revisionismo

Un articolo di Gabriele Cazzulini
«Non fu così terribile». Quindi 2974 morti non sono una tragedia. Non conta neppure il fatto che fossero civili? Evidentemente no. Per Doris Lessing, fresca laureata Nobel per la letteratura, la tragedia dell'11 settembre non è così profonda da giustificare la guerra in Afghanistan e Iraq. E' un'affermazione perdonabile ad un uomo dalla mentalità ruvida e imbottita di sonniferi. Anche un premio Nobel non è esente da stati confusionali. Però le sue sciocchezze echeggiano molto più estesamente che le sciocchezze di un uomo qualunque. Allora iniziano a spargersi le tossine del revisionismo che uccide due volte le stesse vittime perché cerca di contraffarne la tragedia, di seppellire il ricordo dei morti insieme alle responsabilità dei vivi. Le opinioni sono dure quanto la pioggia sulla strada. Ma quando picchiano tutte sullo stesso punto possono uccidere. Sono passati solo sei anni e già l'11 settembre deve fronteggiare i suoi revisionisti che iniziano a prendere la gomma per cancellare i numeri, spostare i dati, riscrivere la realtà sulla pelle dei morti e dei vivi.
L'articolo

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