Con lo scioglimento della società Stretto di Messina e l'annullamento del contratto, "sono stati persi 400-500 milioni di euro. Abbiamo fatto una furbizia". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, riferendo del voto di ieri sera in commissione Bilancio con il quale si è deciso l'annullamento del progetto del ponte sullo Stretto di Messina.
"Di fatto abbiamo buttato via 500 milioni, abbiamo fatto come i talebani. Difficile ora ricominciare" ha detto Di Pietro spiegando che 150 milioni sono andati alla società Stretto di Messina per il progetto preliminare del ponte e la realizzazione di tre gare.
"I vincitori di queste gare avranno stanotte brindato a champagne visto che senza spostare un muratore né una cazzuola di cemento intascano un guadagno del 10% per violazione contrattuale e senza pagarci nemmeno le tasse".
Il costo di tale penale ammonta a 300 milioni in totale che vanno ad aggiungere ai 150 della società di gestione: "In Italia – ha concluso Di Pietro - funzionano meglio gli uffici legali che non quelli di progettazione".
L'articolo
Non capisco una cosa. A parte la vergogna di questa notizia, siamo veramente un paese del terzo mondo, governati da incapaci senza visione, senza piani per il futuro, che cancellano progetti per ideologia, fregandosene del bene del paese e del suo popolo, ostaggi di politici con una mentalita' archaica; ma se il ministro Di Pietro non e' d'accordo con le azioni del governo cui fa parte e che lui supporta, non ha che da dimettersi.
2 commenti:
Vero, una autentica follia.
Però sarebbe bello andare a vedere per qual motivo sono stati persi 500 milioni per penali da pagare alle società coinvolte nel progetto, e da chi sono partecipate le stesse vincitrici dell'appalto.
Poi magari proviamo anche a capire come mai dal 06 dicembre 2001, giorno finale dell'iter parlamentare di approvazione dell'opera, al 09 aprile 2006, giorno delle elezioni, ovvero 4 anni e mesi 5, un governo fatto di persone che hanno "grandi capacità" imprenditoriali non siano stati in grado di avviare l'opera e le sue infrastrutture di collegamento alla stessa.
Perchè di Ponte non si può parlare quando non si producono i collegamenti autostradali, ferroviari e portuali. Tutto ciò avrebbe dovuto costare le seguenti somme :
- ponte, struttura 4 miliardi di Euro
- raddoppio autostrale della Salerno Reggio Calabria, 9 miliardi di Euro
- raddoppio autostradale Messina Palermo, 2,5 miliardi di Euro
- raddoppio ferroviario della tratta ferroviaria Roma - Reggio, 7 miliardi di Euro
- raddoppio ferroviario della tratta Messina - Palermo, 1,5 miliardi di Euro
- ristrutturazione dei porti di Messina e Reggio .... importo sconosciuto.
Emerge il sospetto che l'avanzamento economico del quinquennio non abbia prodotto risorse sufficienti per trovare i 24 miliardi di Euro necessari per il finanziamento dell'opera.
Quarantottomilamiliardi del vecchio conio.
L'autostrada Pedemontana Lombarda costerà invece 1,8 miliardi di Euro, quella Veneta, 1,3 miliardi di Euro ..... ed i finanziamenti non esistevano prima del dicembre 2006. ( Finanziaria 2007 ).
Credo anch'io che il Ponte debba essere fatto, MA NON ORA, ma bensì tra 10-15 anni.
Il Paese ha bisogno di soddisfare le priorità infrastrutturali con programmazioni di lungo termine che non si fermino alla pura propaganda politica dell'incosistenza amministrativa del duo Berlusconi-Tremonti, ma che rispondano prontamente alle necessità impellenti della forza economica nazionale.
Che non sono 3 chilometri di traghettazione delle merci.
Stratos - Vicenza.
Grazie. Analisi interessante...
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