26 ottobre 2007

Ministro Di Pietro, due o tre cose che so di lui

"Anni fa, dalle nostre conversazioni, mi parve di capire che in fondo era abbastanza vicino alle posizioni di Alleanza Nazionale, ma rifiutava l’idea di poter passare per fascista"
Un articolo di Mario Galardi
Con le sue recenti prese di posizione molto polemiche, Di Pietro sta avendo una seconda fase di grande notorietà, ed è tornato in primo piano sotto i riflettori.
Conosco personalmente Antonio Di Pietro. Nella seconda metà degli anni novanta venne a Caracas, dove chi scrive era presidente della Camera di Commercio Italiana-Venezuelana, per tenere alcune conferenze in materia giudiziaria. Lo ricevemmo, invitandolo a una riunione e poi a pranzo, e ci incontrammo anche il giorno dopo. Per questo motivo ebbi l’occasione, insieme ai membri della giunta direttiva, di trascorrere con lui molte ore. Si dimostrò persona molto cordiale, estrosa e alla mano. Di Pietro era carico della fama mondiale che la sua attività di pubblico ministero gli aveva procurato, e già si preannunciava la sua discesa in campo nell’arena politica. A distanza di anni, credo di non venir meno a nessun dovere di confidenzialità se affermo che Di Pietro, in quel momento, non aveva ancora deciso in quale lato dello schieramento politico avrebbe dovuto collocarsi. Dalle nostre conversazioni, mi parve di capire che in fondo era abbastanza vicino alle posizioni di Alleanza Nazionale, ma rifiutava l’idea di poter passare per fascista. Probabilmente i tempi non erano del tutto maturi (la svolta di Fiuggi era recente) e l’ostracismo verso la destra, alimentato dai comunisti e dalla maggioranza dei “maitres a penser”, emanava ancora tutto il suo influsso (non è che oggi non lo esercitino più, ma, per nostra fortuna, la loro capacità di marginalizzare gli avversari è sensibilmente diminuita). Comunque sia, Di Pietro decise poi di schierarsi nel centrosinistra, e penso che nella sua decisione abbia avuto un peso determinante, più che un calcolo di convenienza, l’avversione per Berlusconi e la propria indisponibilità a collaborare con lui.
L'articolo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

In questa coalizione, lo vedo un po' sofferente.
Saluti e complimenti per il post.

Anonimo ha detto...

per carità Di Pietro meglio che rimanga li dov'è..... che la sinistra se lo tenga e meglio per tutti

S.R. Piccoli ha detto...

Cossiga lo definisce tuttora "uno di estrema destra." A me, però, sembra più un ex poliziotto ed ex magistrato cui è capitata un'occasione imperdibile per buttarsi in politica ...

Nobile di Treviso ha detto...

L'articolo mi sembrava interessante. Non condivido necessariamente l'autore