25 ottobre 2007

No al suicidio dell’italiano

Un articolo di di Magdi Allam
Aiuto, stiamo «suicidando» la lingua italiana! Dalla pubblica amministrazione alla scuola, dalla sanità alla giustizia, dalla religione alla sicurezza, dal lavoro alla pubblicità, ci affanniamo a persuadere le menti e a conquistare gli animi degli immigrati comunicando con decine di idiomi diversi, mobilitando un esercito di mediatori linguistico-culturali, anziché chiedere ed esigere che siano degli ospiti— che accogliamo dando loro l'opportunità di migliorare la loro condizione di vita — a conoscere e a dialogare nella nostra lingua nazionale.
Oltretutto, se ci pensiamo bene, l'italiano è la certezza che ci è rimasta di un'identità collettiva vilipesa e tradita dal rischio di estinzione a causa delle conseguenze letali del morbo del multiculturalismo sul piano della perdita dei valori comuni e condivisi. In un mondo in cui siamo soltanto noi a parlarlo e che ci ha già declassato a idioma di serie B, se siamo noi stessi a relativizzarne il valore all'interno stesso dell'Italia mettendolo sullo stesso piano di decine di lingue straniere, la sua morte certa sarà ancora più precoce dell'inevitabile tracollo demografico di una popolazione autoctona a tasso di natalità zero. Nonè una scoperta assolutamal'apparire sui tram milanesi della pubblicità della Kinder Ferrero in inglese, spagnolo e arabo ci costringe a una rinnovata riflessione.
L'articolo

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