05 febbraio 2008

Carnevale italiano

Dice un vecchio adagio che “a Carnevale ogni scherzo vale”. Da tempi immemorabili in questo periodo sono consentiti atteggiamenti e comportamenti che in altre occasioni sarebbero oggetto di riprovazione: mentire, fingere di essere altre persone, rovesciare i normali rapporti gerarchici, sostenere con aria serissima argomenti chiaramente paradossali o privi di ogni contenuto logico, eccetera. Inoltre è invalso l’uso, durante il Carnevale, di svolgere in molte città sfilate scherzose, allegoriche, musicali, e simili.
Quest’anno anche le più severe istituzioni hanno voluto adeguarsi agli usi del periodo carnevalesco, ed abbiamo assistito a tutta una serie di manifestazioni consone alla millenaria tradizione.
Innanzi tutto il Presidente del Senato, seconda autorità dello Stato, ha organizzato una vera e propria sfilata di soggetti strampalati, fingendo di cercare soluzioni ad un problema che, notoriamente, non consente, nella presente situazione, soluzione alcuna. Abbiamo così assistito ad un corteo di improbabili protagonisti, circa quaranta, che, sebbene non mascherati, hanno comunque recitato con impegno la propria parte, a cui peraltro nessuno di loro credeva. Lo stesso Presidente del Senato si è impegnato a presentare le proprie conclusioni in occasione del Martedì Grasso, ultimo giorno di Carnevale, dando così consistenza all’ipotesi che si sia trattato esclusivamente di uno scherzo.
Abbiamo poi avuto diritto ad uno show dell’assurdo: la Corte Costituzionale ha autorizzato lo svolgimento del referendum elettorale, pur sentenziando che l’attuale legge – che sarebbe resa molto più radicale qualora i quesiti referendari venissero approvati – presenta alcuni aspetti di dubbia costituzionalità. Già queste dichiarazioni sembrano fra loro contraddittorie, ed in linea con le tradizioni carnevalesche. La cosa ha poi generato una serie di reazioni da parte di alcuni esponenti della fu maggioranza che hanno dichiarato che, in caso di vittoria del centro destra alle imminenti elezioni, ne avrebbero impugnato il risultato sulla base delle affermazioni della Corte Costituzionale.
E qui naturalmente si sono sviluppate delle situazioni che nulla hanno da invidiare al teatro dell’assurdo. Se le elezioni tenute in base alla legge attuale non sono valide, è evidente che il Parlamento tutto ne risulta delegittimato: pertanto anche tutti i suoi atti sarebbero del tutto invalidi: elezione del Presidente della Repubblica, nomina di giudici Costituzionali, fiducia impossibile ad un governo inesistente, nullità quindi di tutti gli atti parlamentari o governativi emessi da questi organi e promulgati da un Presidente che tale non è, eccetera.
Altri esempi si potrebbero citare della pervasività dell’atmosfera carnevalesca anche ai più alti livelli e ciascuno può trovarne da solo. Per fortuna da mercoledì inizia la Quaresima, gli scherzi non saranno più consentiti e tutto dovrebbe tornare nell’alveo della normalità.

Il Bertoldo

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