21 marzo 2008

Ai candidati della quarta circoscrizione

Un articolo di Anna Vailati Canta – direttivo A.I.E.

Forte del mio inguaribile ottimismo voglio continuare a credere che la scelta dei candidati sia stata fatta dai vari partiti in modo oculato e serio, che per me significa guardare si alla legge dei numeri ma, all’interno di questa ferrea legge, privilegiare le reali capacità delle persone e la loro conoscenza del territorio che andranno a rappresentare.Sono quindi andata a leggermi i profili dei vari candidati ed i loro programmi, di tutti gli schieramenti, per avere un quadro preciso delle persone, perché sono le persone che noi andremo a votare. Due anni di senatori e deputati eletti all’estero e poi inseriti nel panorama italiano ci hanno insegnato parecchie cose, prima fra tutte quella di poterli giudicare con una certa ottica e di poterli valutare al di là delle promesse facili della campagna elettorale. Chi sono, da dove vengono, cosa hanno fatto ma, soprattutto, cosa sanno di noi. Ecco, cosa sanno di noi che li eleggeremo per rappresentarci. Ora in una circoscrizione immensa come la nostra, con problematiche a volte diametralmente opposte, occorre tanta buona volontà, tanto spirito di sacrificio e soprattuttto tanto amore per cio’che si vuole intraprendere: RAPPRESENTARCI.
Quindi, dopo aver letto di tutti, ho riletto con più attenzione i candidati del partito verso cui mi porta la mia sensibilità, e li sono cominciate le prime perplessità, li il mio proverbiale ottimismo ha avuto un cedimento. Mi scusi la signora Teresa Restifa, a cui va tutta la mia stima per il gravoso compito a cui é disposta ad andare incontro, ma ho personalmente sobbalzato quando ho letto che : “in Africa occorre maggior sicurezza ed assistenza sociale...” e che in Asia “ l’emigrazione é legata al lavoro ed agli affari e quindi non stabile.” Tutto qui.
Qualcuno potrebbe pensare, signora Restifa, che lei non si sia sufficentemente documentata, sull’Africa nella scorsa legislatura l’onorevole Fedi ci lascio’ qualche penna, non commetta lo stesso errore. Soprattutto non confonda gli africani con gli italiani d’Africa. La sua affermazione puo’ avere una qualche credibilità se riferita al Sudafrica, che rappresenta pero’ terrritorialmente soltanto più o meno il dieci per cento dell’intero continente.
L’Africa é fatta di tante realtà diverse dove gli italiani che vi risiedono assomigliano sempre di più all’emigrazione in Asia, lavoro e affari, e quando dico lavoro parlo di centrali elettriche, dighe, ponti, gallerie, autostrade, raffinerie, oleodotti, parlo di commesse milionarie in euro che portano profitto all’Italia. Il fatto che l’emigrazione lavoro e affari non sia cosi’ stabile come in Australia non significa che non voti . Se non vado errata, in tal caso mi corregga, mi sembra di ricordare che la percentuale votanti in Asia e Africa sia stata più alta che in Australia. Perché chi risiede a lungo o per sempre tende più facilmente ad integrarsi con il paese ospitante ed a dimenticare l’Italia, quindi se é vero che i numeri sono in Australia é altrettanto vero che la percentuale votanti sarà verosimilmente più bassa. Ho letto le sue interviste di questi giorni, da donna sensibile quale si dimostra legga la stampa dedicata agli italiani nel mondo, legga le relazioni finali dei lavori del C.G.I.E., anche segnatamente alla V° commissione, potrà più facilmente comprendere che gli italiani d’Africa (e d’Asia) hanno bisogno di qualcosa che va oltre l’assistenza sociale.
Non vuole essere una critica, solo un consiglio da donna a donna, da qualcuno che é inserito in una realtà che, per forza di cose, lei non conosce. Da ottimista quale sono so che farà del suo meglio.

Anna Vailati Canta – direttivo A.I.E.

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