In una infuocata riunione antiberlusconiana il noto difensore dei “Valori” Antonio Di Pietro si è scatenato in una violenta filippica contro il Premier, chiedendone il rinvio a giudizio, o per lo meno a casa, e minacciando in caso contrario azioni violente per riportare l’ordine (evidentemente il suo, di Tonino) nel paese. Il fatto che il Presidente del Consiglio abbia raccolto il consenso della maggioranza degli italiani non scalfisce le ferree convinzioni del rude trattorista. Nella sua ben nota raffinatezza linguistica ha confuso la dialettica (politica) con l’uso del dialetto (evidentemente molisano). Berlusconi parla con spiccato accento lombardo e quindi non può essere in alcun modo un valido interlocutore politico. Che il Tonino nazionale si stia allineando, almeno in parte, ed in maniera ovviamente non dialettica, alle teorie leghiste sull’uso dei dialetti?
Il Bertoldo
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