14 dicembre 2009

Precisazione

Recentemente il Presidente della Repubblica ha lanciato un severo monito alle istituzioni perché cessino le polemiche e le contrapposizioni: ciascuno svolga i propri compiti senza invasioni di campo. In particolare si è rivolto alla Magistratura quando ha affermato che nessuno può aspirare a rovesciare una maggioranza che ha ricevuto il consenso dei cittadini italiani. Evidentemente le parole del Presidente – che peraltro non perde occasione per far conoscere il proprio pensiero – sono state provocate dalle continue iniziative della magistratura, che tenta di sostituire al consenso degli italiani il proprio irresponsabile potere attraverso infinite e pretestuose iniziative giudiziarie nei confronti del Presidente del Consiglio e di alcuni esponenti della maggioranza.
Purtroppo sembra che il Presidente Napolitano, che pure si atteggia a difensore e custode della Costituzione, al punto di esercitare, come è suo stretto dovere, il proprio diritto a rifiutare la promulgazione di provvedimenti che ritiene contrari alla lettera ed allo spirito della Carta Fondamentale, abbia dimenticato quanto prescritto all’art. 87 della Costituzione che recita “il Presidente della Repubblica … presiede il Consiglio superiore della magistratura”.
Non appare evidente che tale compito sia puramente e semplicemente onorifico, eppure risulta che il Presidente della Repubblica non partecipa mai alle sessioni del CSM. Forse egli ritiene che il suo intervento sia doveroso e lecito solo nei confronti del potere legislativo e di quello esecutivo, mentre non lo sia nei confronti della funzione giudiziaria, dove un suo richiamo potrebbe avere ben altra influenza rispetto ad un semplice discorso in pubblico. Teme per caso che un suo diretto intervento possa rivelarsi pericoloso anche per se stesso?
Il Bertoldo
Foto: Ciuco Rubro

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