L’ineffabile e severissimo fustigatore delle colpe (vere o presunte) altrui – delle proprie preferisce non occuparsi e guai a chi osa parlarne – l’ex magistrato Antonio Di Pietro ha una sua propria teoria riguardo i tribunali e la loro aderenza al criterio di giustizia che dovrebbe essere la loro stella polare.
Quando essi assolvono il suo arcinemico Berlusconi, delle loro decisioni non è proprio il caso di tenere conto, tanto è vero che, malgrado sia stato più volte riconosciuto in sede giudiziaria che il Presidente del Consiglio non è mafioso, non ha evaso le imposte, non ha corrotto nessuno, l’infaticabile trattorista continua a definirlo mafioso, evasore, corruttore e peggio. In definitiva sembra che egli consideri i magistrati che assolvono Berlusconi dei fratelli che sbagliano e che occorre riportare sulla retta via. A questo proposito vale la pena di ricordare che durante il periodo cosiddetto di “mani pulite”, di cui il nostro fu indiscusso protagonista, egli non trovò alcun motivo di coinvolgere nelle proprie indagini ed isterie Silvio Berlusconi, che allora non era ancora sceso in politica.
Abitualmente però egli è convinto e proclama continuamente che le sentenze dei tribunali – salvo quelle di cui si è detto – rappresentano assolutamente la verità e quello che i magistrati decidono non può essere in alcun modo messo in discussione. Se Tizio viene riconosciuto colpevole, sia pure solo in primo grado, è sicuramente colpevole, soprattutto se si tratta di un avversario politico. Un delinquente dichiarato tale da un tribunale è certamente un delinquente, senza se e senza ma, come oggi si usa dire. Non è possibile che un magistrato sbagli, salvo quando assolve un esponente del centro destra e soprattutto l’odiato Berlusconi.
Questo atteggiamento mentale provoca naturalmente qualche problema a chi si professa cristiano. Senza voler fare dei paragoni che sarebbero non solo fuori luogo, ma forse anche un poco blasfemi, si deve ricordare che Gesù Cristo, sebbene fosse stato trovato senza colpa dal governatore romano, fu condannato alla massima pena dal più alto tribunale ebraico, giudicato un delinquente e giustiziato. La folla pochi giorni prima lo aveva osannato. Poi una parte di essa, evidentemente i più fanatici, - oggi essi certamente aderirebbero all’IDV – ne reclamò la morte, preferendo piuttosto che in cambio fosse liberato Barabba, un agitatore e rivoluzionario anti romano.
Dobbiamo quindi credere, come vorrebbe Di Pietro, che la condanna essendo stata pronunciata da un alto tribunale rappresenti l’assoluta verità, oppure, come cristiani, dobbiamo pensare che si sia trattato di un mostruoso errore giudiziario, dettato unicamente da un fortissimo odio di carattere politico, per il timore, da parte della classe dirigente ebraica di allora, che Gesù potesse, come infatti è poi avvenuto, provocare un profondo rinnovamento morale e spirituale rispetto alle ingessate pratiche religiose giudaiche del tempo, e che in definitiva avrebbe finito per esautorare il potere degli scribi, farisei e loro complici?
Il Bertoldo
4 commenti:
"Il giudice era uno scimmione della razza dei gorilla; un vecchio scimmione rispettabile per la sua grave età, per la sua barba bianca e specialmente per i suoi occhiali d'oro, senza vetri, che era costretto a portare continuamente, a motivo di una flussione d'occhi, che lo tormentava da parecchi anni"
Si tratta del giudice al quale si rivolge Pinocchio dopo aver subito il furto dei danari da parte del Gatto e della Volpe, logicamente viene condananto ingiustamente lui.
Passano i secoli ma i vizi della magistratura sono sempre gli stessi ...
il berretto a sonagli
i migliori auguri per il nuovo Anno ... gentile Mango di Treviso ...
ci seguiamo sempre con simpatia ... tu da Treviso , io dalla lontana Irpinia ...
ma la luce che emana Di Pietro ... è immensa ...
http://www.buzzfeed.com/peggy/penis-chandelier
ah ah ah esatto!
Il mentacatto di pietro fa casino per prender voti a sinistra e basta,il suo partito italia dei fetori è pieno di inquisiti e loschi individui,vada a far la morale alla sua immobiliare-partito.
Posta un commento