28 maggio 2010

Una crisi speciale

Nella vita capita a tutti di attraversare dei periodi di crisi – stiamo parlando di crisi di carattere economico – e la reazione delle persone di buonsenso è normalmente più o meno la stessa. Si tirano i remi in barca, come si usa dire, e di fronte ad una diminuzione delle entrate ci si preoccupa di eliminare le spese superflue e di ridurre, per quanto possibile, anche le spese necessarie, in attesa del momento in cui, superato il periodo nero, si potrà nuovamente tirare un sospiro di sollievo.
Ormai da circa due anni il mondo soffre di una grave crisi, originariamente solo di carattere finanziario, ma che, come era ovvio, si è trasformata ben presto in crisi economica globale. Naturalmente i governi e gli organismi “competenti” hanno più volte ripetuto che si trattava di cosa passeggera e che ormai si vedevano i primi segni di ripresa, forse per evitare il diffondersi di un senso di pessimismo troppo evidente tale da peggiorare la situazione già molto grave. Tutti i governi hanno profuso somme enormi per salvare quegli stessi che erano all’origine della crisi, senza peraltro prendere alcun provvedimento che cercasse di evitare il ripetersi di simili situazioni.
Anche il governo italiano, come era da aspettarsi, ha più volte cercato di infondere ottimismo, dichiarando che sarebbe stato possibile superare il brutto momento senza essere costretti a prendere provvedimenti straordinari: non ci sarebbe stata alcuna manovra di bilancio, e quindi niente preoccupazioni. Naturalmente si trattava solo di chiacchiere, e puntuale come una cambiale in scadenza ecco il profilarsi di una prima manovra. Naturalmente “senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini”!
Ora, come si diceva all’inizio, ogni persona di buonsenso di fronte alla crisi cerca di adeguare il proprio tenore di vita al livello consentito dalle proprie entrate: lo stato no. Ogni giorno i giornali, di qualunque tendenza politica, segnalano sprechi, parassitismi, evasioni fiscali, spese faraoniche del tutto inutili, fatte solo a vantaggio di pochi fortunati amici dei potenti. Ma di tutto questo non si parla nel programma di governo. Qualche economia qua e là, come una modestissima riduzione delle indennità parlamentari e di alcuni alti funzionari, qualche ritardo nella possibilità di andare in pensione di anzianità e simili sforbiciatine, presentate come un programma quasi di lacrime e sangue.
A questo punto vale la pena di fare un parallelo fra quanto avviene al presente in Europa e quanto da sempre avviene in Italia. La grave crisi greca, che sta mettendo un po’ a repentaglio la solidità della moneta unica, ha provocato l’intervento degli altri paesi dell’Unione che hanno messo a disposizione somme enormi nel tentativo di evitare disastri, ma che hanno anche imposto alla Grecia, che per anni ha vissuto ben al di sopra delle proprie possibilità, di prendere provvedimenti al fine di rimettere in carreggiata lo sgangherato suo bilancio.
Anche in Italia abbiamo molte regioni che da sempre vivono ben al di sopra delle proprie possibilità, non a causa del destino “cinico e baro” ma per precisa volontà dei loro reggitori di scialare ciò che non hanno mai tentato di produrre. A queste regioni scialacquatrici non è mai stato rivolto alcun richiamo alla moderazione – forse perché alla classe politica, cui appartengono peraltro anche gli autori degli sperperi, fa comodo acquistare consensi con i soldi degli altri – e si è continuato a finanziare i loro deficit a piè di lista, Ciò non solo è stato gravemente diseducativo per aver abituato intere popolazioni a vivere in modo parassitario, ma ha soprattutto privato le regioni “virtuose” e produttive dei mezzi che avrebbero loro consentito di svilupparsi in modo molto più consistente di quanto esse abbiano potuto fare, a vantaggio anche di tutto il paese.
Sarebbe certo interessante conoscere quanta parte dell’enorme debito pubblico italiano, superiore al 110% del PIL, e che mette il nostro paese fra quelli “pericolosi”, sia dovuto alla inveterata abitudine di coprire, in nome della solidarietà nazionale, tutti gli sprechi, i parassitismi, le evasioni fiscali, le malversazioni che prosperano un po’ dappertutto ma soprattutto nelle zone centro meridionali d’Italia. A quando una vera riforma che finalmente responsabilizzi tutti a comportarsi in modo corretto, giusto e civile?
Il Bertoldo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Chiedetelo agli eredi di Bettino Craxi.
Non occoree che vi invii indirizzo e lista dei nipotini ....