18 agosto 2011

Fiducia?


Siamo esterrefatti, anzi non solo esterrefatti ma indignati. Quello che sta succedendo in campo politico in Italia è assolutamente indegno di un paese civile.
Per spiegarci meglio conviene ripassare un poco gli avvenimenti degli ultimi due decenni. All’inizio degli anni novanta del secolo scorso scoppiò l’operazione cosiddetta di “mani pulite” che in breve tempo distrusse completamente tutti i partiti e partitini che da sempre si erano schierati contro il comunismo; sembrava quindi che le sinistre – che non si definivano più comuniste, ma che lo erano come e più di prima, come conseguenza di un indottrinamento e lavaggio del cervello durato decenni – si preparassero a dominare indisturbate la scena politica italiana per molti anni.
Fu allora che, in occasione delle elezioni politiche del 1994, si presentò sulla scena un completo outsider, Silvio Berlusconi, fortunato imprenditore padrone di ben tre reti televisive, che in pochi mesi mise insieme una forza di opposizione al sinistrismo dilagante con la proclamazione di programmi ed ideali liberali e liberisti, ed a grande maggioranza vinse le elezioni.
Da allora, per ben diciassette anni, il potere in Italia è stato spartito, con alterne vicende elettorali, fra la nuova coalizione di centrodestra, comprendente anche un movimento anomalo come la Lega, ed il cosiddetto centrosinistra, molto più sinistra che centro. Il centrodestra ha dominato la scena politica e le leve del potere, a varie riprese, per circa 9 anni: ci si sarebbe aspettato che in questo periodo di tempo realizzasse quella grande riforma in senso liberale dello stato (fisco, burocrazia, giustizia eccetera), ma ad oggi non solo nulla è stato fatto ma addirittura ultimamente sono stati varati dei provvedimenti che ricalcano in maniera impressionante quanto avrebbe sicuramente fatto una maggioranza di sinistra.
La giustificazione per una simile ulteriore rapina nei confronti dei cittadini è stata la necessità di raggiungere il pareggio del bilancio dello stato, come ci chiede l’Unione Europea e come ci impone la grave crisi che sta imperversando in tutto il mondo. E qui si impone una sgradevole constatazione. Una coalizione di governo che annovera insigni economisti come i ministri Tremonti, Bossi, Calderoli, Carfagna e simili e lo stesso grande imprenditore Berlusconi, non si è mai accorta che la più gravosa palla al piede del nostro paese è sicuramente costituita dall’enorme debito pubblico accumulato in decenni di finanza allegra e clientelare e che non è certo con il chiudere costantemente i bilanci pubblici in deficit che si può pensare di ridurre il ricorso al credito.
In parole povere, la coalizione di centro destra (dell’opposizione è meglio non parlare nemmeno) ha dimostrato non solo una grande sventatezza ed incapacità di analisi, ma non ha saputo in alcun modo tener fede ai propri programmi e promesse, sia pure a costo di non riuscire a migliorare i conti pubblici.
Parlando per parabole, due sono i tipi umani che ambiscono ad impadronirsi delle ricchezze o comunque dei beni altrui: coloro che lo fanno con la violenza (scassinatori, scippatori, rapinatori e simili) e coloro che agiscono col raggiro, promettendo affari estremamente vantaggiosi e convincendo così gli sprovveduti, salvo poi lasciarli con un palmo di naso (truffatori e finanzieri alla Madoc). Alla prima categoria possiamo ascrivere i politicanti di sinistra (non dimentichiamo la rapina notturna ai conti correnti degli italiani effettuata dall’on. Amato) ed alla seconda certamente il centro destra ed in particolare il duo Bossi-Berlusconi, specialisti nel sedurre con promesse che sanno già di non poter mantenere, per poi lasciare le cose come prima se non peggio di prima.
In queste condizioni non si capisce l’indignazione di quanti severamente condannano il disamore per la politica, che sta contagiando settori sempre più ampi di cittadini. Chi può continuare ad avere fiducia se non degli inguaribili creduloni? Ed in queste condizioni, con dei rappresentanti di questo tipo – che peraltro si oppongono con tutti i mezzi all’entrata in scena di nuovi soggetti non appartenenti alle loro conventicole per il timore di perdere il potere ed i benefici ad esso associati - come si può pensare di uscire, sia pure faticosamente e lentamente, dalla palude?
Il Bertoldo

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