20 dicembre 2011

Singapore la centrale operativa del match fixing

Che l'Italia sia un Paese profondamente corrotto è noto - scriveva testualmente ieri Giovanni Sartori nel "fondo"del Corriere della Sera - ma che la parte calcistica della corruzione italiana fosse manovrata e incentivata da Singapore non lo si immaginava. Ma accade che all'alba i poliziotti bussino alla porta di casa di Cristiano Doni e il giocatore, già provato dalla stessa inchiesta e dagli anni di allenamento, provi a fare uno scatto dei suoi, ma i poliziotti si mostrano più freschi e preparati e lo bloccano prima della fuga sulla fascia giù in garage. Un segno del tempo. Con il mediano dell'Atalanta e della Nazionale finiscono in carcere altri sedici giocatori - tra i quali Luigi Sartor, juventino, interista, romanista - che invece di rispondere agli schemi studiati durante la settimana e agli ordini del Mister sembra che ubbidissero a «un'organizzazione planetaria» con base a Singapore, in Asia, e faccendieri e galoppini e scommettitori un po'ovunque nel mondo. Giro d'affari: 90 miliardi di dollari solo in Asia. Roba che a metterci le mani sopra risolleviamo le sorti della crisi in Europa.
L'articolo
Non ne parla neanche un giornale locale...

"At the top of the organisation are men from Singapore, who are those who move the money."

2 commenti:

andrea ha detto...

Scusa, stamattina sono un po' rincoglionito: non ne parla nessuno in Asia? Se sì, secondo te cosa puo' voler dire?

Grazie,

Ged

Nobile di Treviso ha detto...

Non ne parlano i giornali lcali