15 novembre 2012

Spending Review


Come si è visto più volte, il nuovo governo, insediato circa un anno fa, si è dato come compito il raggiungimento in tempi brevi del pareggio di bilancio con l’eliminazione dei consueti pesanti disavanzi, causa dell’ormai insopportabile debito pubblico.
E’ nozione comunemente accettata che, quando i conti di una società o di una famiglia presentano degli squilibri, i rimedi che si possono adottare sono solo due: se è possibile si cerca di aumentare le entrate, fino ad uguagliare le uscite, oppure si  ricorre ad una riduzione delle uscite, fino a pareggiare le entrate. Si tratta com’è evidente di una nozione popolaresca, ben lontana dalle complicate elucubrazioni degli esperti, appoggiate da algoritmi di difficile comprensione per il volgo.
I tecnici convocati dal Presidente della Repubblica, di fronte ad un così impegnativo compito, hanno immediatamente pensato ad aumentare le entrate (vulgo le tasse), senza preoccuparsi più che tanto delle conseguenze di una simile decisione. Solo qualche mese più tardi si sono resi conto che forse esisteva anche la via di una riduzione delle spese. Per nobilitare la volgare decisione convennero di chiamare questa operazione “spending review”, che in italiano vuol dire revisione della spesa.
Per avviare questa inedita operazione i “tecnici” decisero di affidarsi ad un gruppo di tecnici più tecnici di loro: finora nulla si è saputo di cosa questi tecnici al quadrato abbiano suggerito: si pensa che sul loro lavoro sia stato apposto il “segreto di stato”.
Tuttavia il ministro per la Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, noto per le sue conoscenze sismologiche, ha voluto agire indipendentemente per mostrare le sue capacità ed ha annunciato solennemente che nell’amministrazione pubblica ci sono oltre 4.000 esuberi di personale. Dato che i dipendenti pubblici totali, in Italia, secondo varie stime sarebbero ben tre milioni cinquecentomila (oltre a consulenti, precari eccetera) c’è da supporre che le eccedenze di personale segnalate si riferiscano solo ad alcune amministrazioni. E le altre? Un vecchio detto parlava di montagne e topolini…
Il ministro ha tuttavia precisato che non intende privarsi della preziosa collaborazione di questo personale, che verrà riciclato in qualche altro incarico. Qual’è l’idea del ministro: complicare ulteriormente la vita dei cittadini con nuove pastoie burocratiche, giusto per salvaguardare dei posti di lavoro, oppure scoprire ben presto che anche nei nuovi incarichi si verificheranno eccedenze di personale? Dopo tutto non si tratta che di poco più dell’uno per mille della forza “lavoro” pubblica, ma evidentemente il ministro, che ha annunciato che ci sarà un minor costo di quattrocento milioni, ha dimenticato che gli stipendi non caleranno, anche se entreranno in un altro capitolo di spesa.
Per fortuna che a risanare il paese sono stati chiamati dei tecnici!...
Il Bertoldo

Nessun commento: