Come si è visto più volte,
il nuovo governo, insediato circa un anno fa, si è dato come compito il
raggiungimento in tempi brevi del pareggio di bilancio con l’eliminazione dei
consueti pesanti disavanzi, causa dell’ormai insopportabile debito pubblico.
E’ nozione comunemente
accettata che, quando i conti di una società o di una famiglia presentano degli
squilibri, i rimedi che si possono adottare sono solo due: se è possibile si
cerca di aumentare le entrate, fino ad uguagliare le uscite, oppure si ricorre ad una riduzione delle uscite, fino a
pareggiare le entrate. Si tratta com’è evidente di una nozione popolaresca, ben
lontana dalle complicate elucubrazioni degli esperti, appoggiate da algoritmi di
difficile comprensione per il volgo.
I tecnici convocati dal
Presidente della Repubblica, di fronte ad un così impegnativo compito, hanno
immediatamente pensato ad aumentare le entrate (vulgo le tasse), senza
preoccuparsi più che tanto delle conseguenze di una simile decisione. Solo
qualche mese più tardi si sono resi conto che forse esisteva anche la via di
una riduzione delle spese. Per nobilitare la volgare decisione convennero di
chiamare questa operazione “spending review”, che in italiano vuol dire
revisione della spesa.
Per avviare questa inedita
operazione i “tecnici” decisero di affidarsi ad un gruppo di tecnici più
tecnici di loro: finora nulla si è saputo di cosa questi tecnici al quadrato
abbiano suggerito: si pensa che sul loro lavoro sia stato apposto il “segreto
di stato”.
Tuttavia il ministro per la
Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, noto per le sue conoscenze
sismologiche, ha voluto agire indipendentemente per mostrare le sue capacità ed
ha annunciato solennemente che nell’amministrazione pubblica ci sono oltre 4.000
esuberi di personale. Dato che i dipendenti pubblici totali, in Italia, secondo
varie stime sarebbero ben tre milioni cinquecentomila (oltre a consulenti,
precari eccetera) c’è da supporre che le eccedenze di personale segnalate si
riferiscano solo ad alcune amministrazioni. E le altre? Un vecchio detto
parlava di montagne e topolini…
Il ministro ha tuttavia
precisato che non intende privarsi della preziosa collaborazione di questo
personale, che verrà riciclato in qualche altro incarico. Qual’è l’idea del
ministro: complicare ulteriormente la vita dei cittadini con nuove pastoie
burocratiche, giusto per salvaguardare dei posti di lavoro, oppure scoprire ben
presto che anche nei nuovi incarichi si verificheranno eccedenze di personale?
Dopo tutto non si tratta che di poco più dell’uno per mille della forza
“lavoro” pubblica, ma evidentemente il ministro, che ha annunciato che ci sarà
un minor costo di quattrocento milioni, ha dimenticato che gli stipendi non
caleranno, anche se entreranno in un altro capitolo di spesa.
Per fortuna che a risanare
il paese sono stati chiamati dei tecnici!...
Il Bertoldo
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