Domenica scorsa il
senatore a vita professor Mario Monti ha tenuto una conferenza stampa molto
attesa non tanto dai cittadini, occupati a leccarsi le ferite inferte dall’IMU,
ma soprattutto dagli appartenenti alla cosiddetta Casta, impazienti di sapere
quali fossero le intenzioni del sullodato ex Presidente del Consiglio in merito
ad una sua eventuale partecipazione alle prossime elezioni.
In argomento egli è
stato assolutamente amletico. Con una tecnica da scrittore di gialli non ha
detto né sì né no; ha soltanto detto che si ritiene disponibile (sembra non
certo a misurare la propria popolarità attraverso il voto) nei confronti di chi
accetti ed adotti la sua “agenda”. Naturalmente, in linea con la sua ben nota innata modestia, non ha offerto la propria collaborazione, si è
semplicemente offerto di ricoprire nuovamente l’incarico di Presidente del
Consiglio.
Sembra essere
convinto che nessuno possa fare meglio di lui. Mentre siamo d’accordo con il
prof. Monti sul fatto che sulla scena politica italiana abbondano solamente gli
incapaci ambiziosi, bugiardi e troppo spesso disonesti, dobbiamo anche
riconoscere che se è vero che nessuno potrebbe fare meglio di lui, è pur vero
che sarebbe difficile per chiunque riuscire a fare peggio in un solo anno, come
dimostrano le cifre.
Sempre in linea con
la propria modestia ha vantato i successi del governo a sua guida, che avrebbe,
a suo dire, salvato l’Italia dal baratro. Non siamo certi che questa
interpretazione sia condivisa dai milioni di disoccupati, dalle migliaia di
aziende fallite per le inadempienze del settore pubblico, dagli esodati, dai
pensionati, dai cittadini tutti vessati non solo dall’IMU ma soprattutto da
Equitalia.
Naturalmente, com’è
suo costume, ha precisato che non sarà possibile sperare in un suo impegno
politico se non verrà rispettato il suo programma (e questo può essere
comprensibile e normale), ma soprattutto che non saranno tollerabili
atteggiamenti contrari alla Germania, all’Europa ed all’Euro.
Come ex commissario
UE è ovvio che difenda l’istituzione alla cui vita ed al cui consolidamento ha partecipato; quello che ci
sembra un po’ stonato è la sua difesa a spada tratta della politica europea (od
in realtà anti europea) della Germania. Non dimentichiamo che la UE è una organizzazione
fra eguali, e che se l’Italia – come del resto gli altri paesi sospetti – ha
sforato i limiti imposti dal Trattato di Maastricht per il debito pubblico (che
non deve superare il 60% del PIL) anche la Germania è ampiamente inadempiente
in questo campo (circa il 90%!).
A meno che da parte
dell’ex premier si tratti di una manifestazione di patriottismo e che il suo
vero nome sia Herr Professor “Berge”, che tradotto in italiano significa
“Monti”.
Il Bertoldo
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