Il
senatore a vita professor Mario Monti è stato presentato a suo tempo come un
raffinato tecnico, cui affidare le sorti del nostro paese dichiarato, da chi
aveva interesse a farlo, come ormai sull’orlo del baratro. La scelta cadde su
un governo formato da “tecnici”, comprendendo in questa categoria professori
universitari, banchieri, professionisti, burocrati d’alto rango, dato che il
Presidente Napolitano ritenne – forse non a torto – che i politici in
circolazione non fossero all’altezza. Per tecnico si intende di solito qualcuno
che ha ampia esperienza del lavoro che dovrà svolgere; purtroppo nessuno dei
cosiddetti tecnici in questione aveva la minima esperienza di governo.
Non
sapendo esattamente come comportarsi, il neo Presidente del Consiglio ritenne
opportuno rivolgersi, per consulenza, ad un politico sperimentato: scelse la
Cancelliera tedesca signora Angela
Merkel, che lo consigliò non tanto nell’interesse italiano ma in quello del
proprio paese, come del resto è ovvio che faccia un politico di razza. Il
nostro seguì pedissequamente le istruzioni ricevute ed il risultato è sotto gli
occhi di tutti e non sembra essere stato particolarmente brillante.
Comunque
l’esimio professore col tempo si è appassionato alla propria insperata nuova posizione,
ed al momento della fine anticipata del suo incarico ha dichiarato l’intenzione
di cimentarsi nuovamente nel ruolo a lui tanto caro di premier. Non certo
misurandosi con gli umori dei cittadini sottoponendosi a quel volgare rituale chiamato voto, ohibò,
ma sollecitando un incarico da parte di chi quel voto se lo sarà
guadagnato. Del resto lui stesso ha corretto chi gli chiedeva di scendere
nell’arena: Monti non scende mai, tutt’al più “sale” in politica.
In
questa fase della propria amletica indecisione, dopo essersi ampiamente
incensato per la propria eccezionale bravura ed aver vantato gli stupefacenti
risultati ottenuti dal proprio governo, quelli che il popolo bue non è stato
capace di apprezzare, ha anche lanciato la propria “agenda”, che dovrà
costituire il Vangelo di chi saggiamente avrà deciso di rinunciare a gestire il
paese in proprio per affidarsi completamente alle sue cure.
Vediamo
un po’ cosa promette ed afferma
l’”agenda Monti”. Fin dall’inizio nell’Agenda si ricorda che i sacrifici hanno
prodotto una notevole riduzione del debito pubblico, aprendo così la
possibilità di una riduzione di imposte e tasse. Se il passaggio da un debito
di 1.900 miliardi a 2.000 miliardi, come testimoniato da dati ufficiali, può
definirsi una riduzione, dobbiamo dubitare della conoscenza del senso delle
parole da parte del professore. Siamo di nuovo al “salire” in politica, anziché
allo scendere com’è uso dire. Sembra che si faccia qualche confusione fra alto
e basso, fra addizione e sottrazione.
Viene
poi una serie di originalissime proposte, cui nessuno mai aveva pensato. Lotta
all’evasione ed alla corruzione mediante l’istituzione di un regime di polizia,
pareggio di bilancio, riduzione del debito pubblico del 5% all’anno (100
miliardi) fino al raggiungimento del 60%, “spending review”, incremento della
produzione, creazione di nuove imprese, occupazione giovanile, favorire la
ricerca e l’innovazione, migliorare la scuola e l’università, rivalutazione del
patrimonio artistico, imposta sulle grandi fortune (sull’esempio
dell’esperimento così ben riuscito in Francia) e simili cose.
Dato
che la maggior parte di queste proposte le sentiamo fare da decenni da tutti i
politici candidati di destra, di sinistra o di centro, senza che mai nulla sia
stato realizzato, ci stupisce che proprio un esimio professore copi il compito
dagli alunni da lui ritenuti somari! D’altra parte il problema che lui non
sembra essersi posto è che, anche se una risicata maggioranza gli affidasse la
premiership rinunciando ad esercitare il mandato affidatogli dal popolo
sovrano, tutti i provvedimenti dovrebbero essere approvati dal Parlamento,
composto in definitiva dagli stessi partiti che li hanno sempre boicottati.
Per
concludere, non ci sembra che il senatore a vita abbia dato prova di serio
realismo, ma che si sia limitato, nella sua “ascesa”, a ripetere luoghi comuni,
quando non falsità come quella relativa alla riduzione del debito pubblico.
L’unica cosa che finora è stato capace di realizzare è stato un drammatico
aumento del prelievo fiscale, una grave recessione, milioni di disoccupati, la
resa della nostra sovranità ad un organismo ademocratico come l’UE, dominata da
uno stato che mira all’egemonia economica, finanziaria e politica nei confronti
dell’intera Unione.
I
nostri politici sono certamente di infima levatura. Non sembra però che i
nostri “tecnici” siano molto meglio, certamente però non sono inferiori a
nessuno quanto a presunzione e spocchia.
Il Bertoldo
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