27 dicembre 2012

Poli-Tecnico


Il senatore a vita professor Mario Monti è stato presentato a suo tempo come un raffinato tecnico, cui affidare le sorti del nostro paese dichiarato, da chi aveva interesse a farlo, come ormai sull’orlo del baratro. La scelta cadde su un governo formato da “tecnici”, comprendendo in questa categoria professori universitari, banchieri, professionisti, burocrati d’alto rango, dato che il Presidente Napolitano ritenne – forse non a torto – che i politici in circolazione non fossero all’altezza. Per tecnico si intende di solito qualcuno che ha ampia esperienza del lavoro che dovrà svolgere; purtroppo nessuno dei cosiddetti tecnici in questione aveva la minima esperienza di governo.
Non sapendo esattamente come comportarsi, il neo Presidente del Consiglio ritenne opportuno rivolgersi, per consulenza, ad un politico sperimentato: scelse la Cancelliera  tedesca signora Angela Merkel, che lo consigliò non tanto nell’interesse italiano ma in quello del proprio paese, come del resto è ovvio che faccia un politico di razza. Il nostro seguì pedissequamente le istruzioni ricevute ed il risultato è sotto gli occhi di tutti e non sembra essere stato particolarmente brillante.
Comunque l’esimio professore col tempo si è appassionato alla propria insperata nuova posizione, ed al momento della fine anticipata del suo incarico ha dichiarato l’intenzione di cimentarsi nuovamente nel ruolo a lui tanto caro di premier. Non certo misurandosi con gli umori dei cittadini sottoponendosi a quel volgare  rituale chiamato  voto, ohibò,  ma sollecitando un incarico da parte di chi quel voto se lo sarà guadagnato. Del resto lui stesso ha corretto chi gli chiedeva di scendere nell’arena: Monti non scende mai, tutt’al più “sale” in politica.
In questa fase della propria amletica indecisione, dopo essersi ampiamente incensato per la propria eccezionale bravura ed aver vantato gli stupefacenti risultati ottenuti dal proprio governo, quelli che il popolo bue non è stato capace di apprezzare, ha anche lanciato la propria “agenda”, che dovrà costituire il Vangelo di chi saggiamente avrà deciso di rinunciare a gestire il paese in proprio per affidarsi completamente alle sue cure.
Vediamo un  po’ cosa promette ed afferma l’”agenda Monti”. Fin dall’inizio nell’Agenda si ricorda che i sacrifici hanno prodotto una notevole riduzione del debito pubblico, aprendo così la possibilità di una riduzione di imposte e tasse. Se il passaggio da un debito di 1.900 miliardi a 2.000 miliardi, come testimoniato da dati ufficiali, può definirsi una riduzione, dobbiamo dubitare della conoscenza del senso delle parole da parte del professore. Siamo di nuovo al “salire” in politica, anziché allo scendere com’è uso dire. Sembra che si faccia qualche confusione fra alto e basso, fra addizione e sottrazione.
Viene poi una serie di originalissime proposte, cui nessuno mai aveva pensato. Lotta all’evasione ed alla corruzione mediante l’istituzione di un regime di polizia, pareggio di bilancio, riduzione del debito pubblico del 5% all’anno (100 miliardi) fino al raggiungimento del 60%, “spending review”, incremento della produzione, creazione di nuove imprese, occupazione giovanile, favorire la ricerca e l’innovazione, migliorare la scuola e l’università, rivalutazione del patrimonio artistico, imposta sulle grandi fortune (sull’esempio dell’esperimento così ben riuscito in Francia) e simili cose.
Dato che la maggior parte di queste proposte le sentiamo fare da decenni da tutti i politici candidati di destra, di sinistra o di centro, senza che mai nulla sia stato realizzato, ci stupisce che proprio un esimio professore copi il compito dagli alunni da lui ritenuti somari! D’altra parte il problema che lui non sembra essersi posto è che, anche se una risicata maggioranza gli affidasse la premiership rinunciando ad esercitare il mandato affidatogli dal popolo sovrano, tutti i provvedimenti dovrebbero essere approvati dal Parlamento, composto in definitiva dagli stessi partiti che li hanno sempre boicottati.
Per concludere, non ci sembra che il senatore a vita abbia dato prova di serio realismo, ma che si sia limitato, nella sua “ascesa”, a ripetere luoghi comuni, quando non falsità come quella relativa alla riduzione del debito pubblico. L’unica cosa che finora è stato capace di realizzare è stato un drammatico aumento del prelievo fiscale, una grave recessione, milioni di disoccupati, la resa della nostra sovranità ad un organismo ademocratico come l’UE, dominata da uno stato che mira all’egemonia economica, finanziaria e politica nei confronti dell’intera Unione.
I nostri politici sono certamente di infima levatura. Non sembra però che i nostri “tecnici” siano molto meglio, certamente però non sono inferiori a nessuno quanto a presunzione e spocchia.

Il Bertoldo

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