26 febbraio 2013

Abbiamo vinto


Finalmente è finito il carnevale preelettorale che ci ha deliziato per più di un mese, in un continuo e prevedibile tutti contro tutti. Adesso, considerati i risultati della consultazione, è appena iniziato il carnevale post elettorale, che non sarà affatto meno noioso, previsto ed inconcludente del precedente.
Dai primi commenti a caldo dei vari partiti in lizza sui risultati rileviamo tuttavia un motivo di grande sollievo: nessuno è rimasto insoddisfatto e tutti, in un modo o nell’altro, hanno confidato al paese di avere vinto contro la sorte avversa ed il destino cinico e baro. Esaminiamoli con cura.
I democratici sono felici per aver conquistato il premio di maggioranza alla Camera, grazie ad un 0,40% e si sono lamentati che una legge elettorale sciagurata non abbia loro consentito di ripetere l’exploit al Senato. Non è stato precisato se la legge è sciagurata solo per quanto riguarda il Senato e saggia per la Camera, ma non sempre c’è tempo per chiarirsi le idee.
La coalizione di centro destra è molto soddisfatta per l’eccezionale recupero rispetto a quanto prevedevano inizialmente i sondaggi, grazie alla fortunata performance di Silvio Berlusconi in campagna elettorale. Non ha nessuna rilevanza che la coalizione abbia perso quasi diciotto punti percentuali rispetto a cinque anni fa.
Il commento più paradossale è quello del premier uscente Mario Monti: “Credo che considerando il quadro attuale, abbiamo acquisito, se possibile, anche più rilievo”. Anche in questa caso il Professore non ha perso l’occasione di dimostrare la sua totale incomprensione di ciò che succede: è sciocco o ci fa? Il suo raggruppamento non conta assolutamente nulla, nessuno ha alcun interesse a cercare il suo appoggio per costituire una maggioranza di governo, ma lui non l’ha capito. Ed una vera perla è quel “se possibile”. Ma lui crede veramente  che i cittadini, salvo quelli che l’hanno votato, siano tutti degli imbecilli? Ossia delle persone che, come lui stesso, non capiscono niente?
Non parliamo poi dei partiti o raggruppamenti che sono rimasti fuori dal Parlamento. Ingroia è molto soddisfatto del suo flop, ottenuto dopo solo un paio di mesi dalla nascita del partito. Giannino è felice perché, secondo lui, la sua discesa in campo con un proprio partito ha impedito la vittoria di Berlusconi. Fini, escluso dalla Camera, ha avuto il buon senso di stare zitto: forse ha già raggiunto il suo buen retiro di Montecarlo. Data la sua familiarità con quella località, sa che al gioco si può vincere o si può perdere e lui ha perso per aver puntato il numero sbagliato
L’unico vero vincitore di queste elezioni è stato senza alcun dubbio il Movimento Cinque Stelle. Ed il suo inventore e leader, Beppe Grillo, si è distinto per un comportamento di cui nessuno lo avrebbe creduto capace. Si è rinchiuso nel silenzio di casa sua e non ha rilasciato alcun commento. Evidentemente per lui non servono le parole: bastano i fatti, estremamente eloquenti.

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