25 febbraio 2013

Crescita


Il Presidente Monti, in un’ultima apparizione televisiva a Porta a Porta prima delle elezioni, interrogato dai giornalisti presenti ha insistentemente affermato, con la consueta sicumera, che la sua prima preoccupazione, una volta sistemati i conti dell’Italia (è l’unico a crederci), è sempre stata quella di far ripartire la “crescita” dopo un ventennio di stagnazione.
Dobbiamo riconoscere onestamente che quel suo intendimento ha trovato piena realizzazione in poco più di un anno, anche se non esattamente nei settori che i suoi concittadini avrebbero preferito. Durante la sua permanenza al governo infatti sono cresciuti ampiamente: l’età pensionabile, il debito pubblico, il prelievo fiscale, la disoccupazione, i fallimenti, la disistima dei cittadini nei suoi confronti. Il solo piccolo neo è stata la pesante diminuzione del PIL: d’altra parte, cosa si può chiedere di più a chi da tempo sostiene di vedere luci in fondo al tunnel? L’importante è crederci, anche se ben pochi, eccezion fatta per i suoi sponsor germanici, sono disposti a credere ai suoi illusionismi sgangherati.
Peraltro dobbiamo riconoscere che di crescita, almeno lui, ne ha fatta e molta. Innanzi tutto è cresciuta a dismisura la sua alterigia. Basta cercare sul sito del governo: la sua biografia, al contrario di quelle dei suoi ministri, è ridotta a nome, cognome, luogo e data di nascita e la citazione di essere stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica (e chi altro avrebbe potuto farlo?). Nessun accenno alla sua attività scientifica o politica, basta che tutti sappiano che la sua nomina a senatore significa che lui “ha illustrato la Patria per altissimi (e sottolineo gli altissimi) meriti nel campo sociale, scientifica, artistico e letterario” come stabilisce il secondo comma dell’articolo 59 della Costituzione.
Un altro leit motif delle soporifere concioni montiane afferma che con lui la valutazione dell’Italia in campo internazionale è ora molto più alta. Qui dobbiamo riconoscere che ha ragione: l’Italia occupa il gradino più alto del podio e merita un applauso per le sue prestazioni. In Europa ha il più alto rapporto debito/PIL, la più alta pressione fiscale, e così via.
Insomma, diamo a Mario Monti quello che è di Mario Monti: la crescita c’è stata, anche se tutti gli italiani avrebbero preferito crescere in tutt’altri settori.
 Il Bertoldo

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