09 febbraio 2013

Due Pesi


Qualche giorno fa il Presidente Giorgio Napolitano ha visitato il carcere di San Vittore a Milano e si è ovviamente indignato per le indecenti condizioni nelle quali vivono i detenuti. Nelle dichiarazioni rese subito dopo la visita non ha avuto una sola parola di biasimo per la lentezza con cui la magistratura conduce le proprie inchieste, dato che poco meno della metà dei detenuti sono, talvolta da anni, in attesa di giudizio. E pensare che, in base alla sacra Costituzione, da lui citata per le norme di civiltà che essa detta nei confronti dei condannati, lui è il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e forse una parolina avrebbe il potere di pronunciarla, apertamente e pubblicamente.
Niente, invece. Al contrario ha detto che lui sarebbe pronto a sottoscrivere non uno ma cento provvedimenti di amnistia, per porre fine allo scandalo ed evitare ogni accusa di inciviltà.
Quasi contemporaneamente il leader della coalizione di centro destra, Silvio Berlusconi, ha comunicato di aver inserito nel proprio programma anche un condono fiscale tombale. Questa proposta ha ricevuto il sostegno del Presidente della Corte dei Conti, Giampaolino. Immediatamente è scoppiata l’indignata reazione delle sinistre e dei montiani: a loro avviso non è neppure concepibile che chi non ha fedelmente adempiuto ai propri doveri fiscali venga assolto, sia pure pagando un prezzo, definito  modico.
E qui salta immediatamente all’occhio la disparità fra le due posizioni citate. Massima comprensione per chi, senza motivo o per motivi il più delle volte abbietti, danneggia più o meno gravemente il suo prossimo (truffe, furti, rapine, omicidi, maltrattamenti eccetera), perché il poveretto non debba soffrire. Massimo rigore invece per chi cerca di non versare allo stato tutto ciò che esso esige, spesso per malizia, talvolta mettendo in atto una specie di legittima difesa del frutto del proprio lavoro. E, attraverso gravissime pene pecuniarie, si estende indirettamente la punizione anche a tutti i membri della famiglia del reprobo, rovinata dalla feroce avidità di uno stato sprecone, corrotto ed inetto.
Da questo strabismo salta chiaramente all’occhio la sindrome che affligge tutte le sinistre: l’individuo non vale nulla, e può essere maltrattato da chiunque, mentre l’unica cosa sacra è lo stato, cui si deve sottomissione, obbedienza ed al quale debbono assolutamente essere tributati tutti i sacrifici che esso, nella sua imperscrutabile saggezza e volontà, esige.
A rincarare la dose in campo fiscale ci si è messo pure il leader della sinistra Pierluigi Bersani che ha proposto di equiparare l’elusione all’evasione. Per chiarezza va ricordato che l’elusione consiste nell’utilizzare mezzi leciti per ottenere un minor carico di imposte. Per completezza di cronaca, vale la pena di ricordare che non ci risulta che tale comportamento – ottenuto con mezzi legali – sia considerato delittuoso in nessun paese civile. L’idea non è nuova e, ove adottata, si presterebbe ad inedite azioni.
Per esempio chi, in ragione del proprio reddito elevato (dichiarato) potrebbe permettersi una Maserati, una Ferrari, o simili auto di lusso acquista invece una Volkswagen od una Fiat potrebbe essere accusato di elusione, per non aver accettato di pagare un’IVA molto più alta. E chi, in possesso di un’autovettura, si ostina ad andare in bicicletta, potrebbe essere accusato di elusione, perché, evitando di acquistare carburante, avrebbe causato allo stato il danno conseguente al mancato pagamento delle ingenti tasse che gravano su quei prodotti.
In definitiva, in aggiunta al famigerato redditometro che vuole confrontare le spese dimostrate (o il più spesso solo ipotizzate) con il reddito dichiarato, al fine di dimostrarne l’inadeguatezza e snidare eventuali evasori, si profila la possibilità dell’istituzione di uno “spesometro”, al fine di confrontare, al contrario, le spese dimostrate con il reddito dichiarato, alla ricerca di eventuali elusori.
L’ultima perla: mentre il Presidente Napolitano auspica lo svuotamento delle carceri, il suo ex (?) compagno Bersani propone il carcere per gli evasori.
Tutto considerato, crediamo si possa affermare che una grande parte dei politici più in vista del nostro paese soffre di schizofrenia e di una sindrome che potremmo definire come una mania di persecuzione al contrario.

Il Betoldo

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