25 marzo 2013

Tragici pagliacci

All’indomani delle recenti elezioni politiche italiane, il serioso ed “autorevole” Economist, in linea con il tanto decantato aplomb e la ben nota tolleranza inglese, aveva pubblicato una copertina con i ritratti di Berlusconi e Grillo, qualificando gli italiani di “clowns” per aver concesso tanti voti ai due personaggi effigiati. Da parte degli italiani decenti – ad esclusione quindi dei sinistri, che condividevano almeno metà della copertina, quella riferita agli “impresentabili” elettori di centro destra (copyright Lucia Annunziata) – c’era stato un moto di protesta, ovviamente senza conseguenze. Il trombato Presidente del Consiglio non ha aperto bocca, e neppure qualcuno dei suoi sedicenti “tecnici”.
Per quanto riguarda Grillo la qualifica di clown è evidentemente errata ed offensiva. Si tratta infatti di un attore comico le cui idee possono – e forse devono - essere contestate, ma non certo di un pagliaccio da circo. Ben altri sono i pagliacci che ci hanno deliziato in questi ultimi tempi, e purtroppo si tratta di pagliacciate tragiche. Citiamo un paio di esempi. La rassegna può cominciare con il numero uno del Governo, l’esimio Professore. Non pago di aver ridotto milioni di italiani sul lastrico ed aver aggravato uno stato di crisi già esistente, ha continuato a ripetere fino alla noia che, grazie al proprio intervento, la ripresa era ormai alle porte e che si vedeva “la luce il fondo al tunnel”. Si è presentato come il salvatore della patria, ma recentemente, in una riunione dei capi di governo a Bruxelles si è lamentato di essere stato ignorato, malgrado avesse “eseguito correttamente gli ordini ricevuti”. Per finire, ricordiamo che dopo aver più volte affermato che il suo compito si esauriva con la messa in ordine delle finanze dello stato e mai sarebbe sceso in politica, ha mantenuto la parola non “scendendo” ma “salendo” in politica ed arrivando, dopo un clamoroso flop elettorale, a brigare per ottenere la presidenza del Senato. Insomma, il suo ben noto “sense of humor” si è spinto fino a recitare la parte del “fate la carità, sono stato appena licenziato”… E non si tratta certo di un esodato, posto che lui una buona poltrona l’ha assicurata a vita.
Altro brillante esempio di tragica pagliacciata ce l’ha fornita il ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, che dopo aver ottenuto una licenza per i due marò detenuti in India, con l’impegno di farli tornare, ha dapprima vietato il loro rientro, garantito dal nostro ambasciatore sul posto – che è stato trattenuto in ostaggio -, poi ha fatto marcia indietro, facendoli tornare in India ed assicurando di aver ricevuto garanzie dalle autorità indiane che non avrebbero rischiato la pena capitale. A stretto giro di posta è arrivata la smentita del governo indiano: nessuna assicurazione in quel senso è stata data, perché ogni decisione spetta alla magistratura.
E questi sarebbero i personaggi che hanno ridato prestigio internazionale all’immagine dell’Italia?
Come diceva Totò: “Ma mi faccia il piacere!…”

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