21 febbraio 2012

L’epurato della Farnesina

Il senso della bandiera è quello di Leo Longanesi: “Ma il vento, il vento, gesummaria, perché non solleva la bandiera nera dell’anarchia?”, ma le sfumature non hanno accoglienza nel furore della Guerra civile e nel Dopoguerra italiano mai concluso, Mario Vattani – reo di aver suonato a una festa di Casapound – è l’ultimo a pagare. E così come quel giapponese restò nella foresta a sparare non avendo ricevuto esplicito ordine dall’Imperatore, così alla Farnesina, convinti di dover rispondere al Cln, alla Guerra civile o al Triangolo rosso, stanno epurando il console anche perché, ahinoi, non c’è più un Palmiro Togliatti, ma perfino un Gianni Alemanno, quello noto alla cronache per via della neve a Roma, che si scatena contro Gambadilegno (che pure fu suo consulente) manco fosse la staffetta partigiana della Balduina.
Tutti hanno qualcosa da farsi perdonare e Vattani, di sicuro, deve farsi perdonare tutto quell’aver perso tempo in quella citrulla gestione dell’amministrazione municipale dell’Alemanno redento. Come quando gli curava i rapporti con la diplomazia nel frattempo che il sindaco – che è così sensibile, così democratico, così resistenziale – firmava petizioni vibranti contro l’equiparazione di status dei combattenti della Repubblica sociale italiana con gli altri soldati, i badogliani. Ma questo è un discorso che ci porta fuori strada.

Brilliant article!

1 commento:

Il solito Anonimo ha detto...

Che tristezza questa Italia dove prevalgono i mediocri, dove l'invidia ha la meglio sul merito, dove prevalgono le persone dalle idee deboli pronti ad adattarle al potente di turno.

Dove si sorvola allegramente su un docente universitario che traduce pecorino (il formaggio) con "doggy style" e ammette allegramente la sua ignoranza o quanto meno la sua pigrizia restando impunito.

P.S. penso ch ascolterò qualche loro brano visto l'accostamento a Gary Newman, ai Cure o a David Byrne.