Circa
nove mesi fa il Presidente della Repubblica, preoccupato per l’imperversare
della crisi mondiale, spinse alle dimissioni il precedente governo,
democraticamente eletto, per sostituirlo con un governo di cosiddetti tecnici,
affidato da lui al professor Mario Monti, con l’incarico di fare uscire il
paese dal pantano ed assicurare la ripresa di un equilibrato sviluppo.
Il
nuovo governo si mise alacremente all’opera, esponendo al paese un programma
imperniato sul rigore e sulla crescita. Sono ormai trascorsi abbastanza mesi
per tentare di fare un bilancio di ciò che è stato fatto. Il rigore è stato
applicato con ferrea mano, come richiesto dall’Europa su input del governo
tedesco. Quanto alla crescita non è possibile negare che anche questa promessa
è stata mantenuta, e ne diamo qui i principali esempi. D’altra parte, a
parziale compensazione, ci sono anche varie voci in diminuzione.
Crescita:
·
E’ cresciuto a dismisura il
prelievo fiscale
·
E’ cresciuto il debito pubblico
·
E’ cresciuta la disoccupazione
·
E’ cresciuto il debito dello stato
nei confronti dei propri fornitori
·
E’ cresciuto il numero dei
fallimenti
·
E’ cresciuta l’età pensionabile
·
E’ cresciuta l’ingerenza dello
stato nella vita dei cittadini, fino a configurare quasi uno stato di polizia
Stabilità
·
Sono rimasti stabili i costi della
politica
·
E’ rimasta stabile l’arroganza
della burocrazia
·
Sono rimasti stabili gli organici
della macchina statale
·
E’ rimasto sostanzialmente stabile
lo spread
Diminuzione
·
E’ diminuita la fiducia nelle
istituzioni
·
E’ diminuita la credibilità
internazionale del paese
·
E’ diminuita l’indipendenza ed il
grado di sovranità, cedute all’Europa ed alla Germania
·
E’ diminuito il rating dell’Italia
presso le agenzie internazionali
·
E’ diminuita la voglia di impresa
·
E’ grandemente diminuita la
fiducia nell’Europa e nell’Euro
Altre
aggiunte a questo elenco possono essere fatte dai lettori. La conclusione di
queste considerazioni non sembra deporre a favore del successo dell’azione
tecnica, nella quale tante speranze erano state riposte e magnificate a suo
tempo. A consuntivo si può affermare che la scelta antidemocratica effettuata
dal Presidente Napolitano, per porre termine all’insipienza della nostra classe
politica troppo abbarbicata alle proprie – spesso pluridecennali – posizioni di
potere non sia stata particolarmente felice: tra tecnici e politici la gara per
il primato di insipienza e incapacità operativa e decisionale è molto serrata
ed aperta.
Il Bertoldo
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